26 Giugno / 9 Luglio 2023 – Quinta Domenica dopo Pentecoste – Quinta di Matteo
Venerabile Davide di Tessalonica
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In questo numero:
– Letture Liturgiche
– «Che c’è tra noi e te?» Dal Commento del Beato Teofilatto al Vangelo secondo Matteo
Appreso dall’angelo il radioso annuncio della risurrezione, e libere dalla sentenza data ai progenitori, le discepole del Signore dicevano fiere agli apostoli: È stata spogliata la morte, è risorto il Cristo Dio, per donare al mondo la grande misericordia.
(Apolytikion del quarto tono)
LETTURE LITURGICHE
AL MATTUTINO
Evangelo aurorale quinto (Luca 24, 12-35)
ALLA LITURGIA
Apostolo:
Lettura dell’epistola di Paolo ai Romani (Rm 10, 1-10)
Fratelli, il desiderio del mio cuore e la preghiera salgono a Dio per la salvezza d’Israele: testimonio per loro che hanno zelo per Dio, ma non secondo conoscenza. Poiché, ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria giustizia, non si sottomisero alla giustizia di Dio. Ora il culmine della Legge è Cristo, per giustizia a ogni credente. Mosè infatti scrive sulla giustizia dalla Legge: L’uomo che fa queste cose, vivrà per esse. Invece della giustizia dalla fede dice: Non dire in cuor tuo: Chi salirà al cielo? nel senso di farne scendere Cristo. Oppure: Chi scenderà nell’abisso? nel senso di far risalire Cristo dai morti. Ma che dice? La parola è vicino a te, nella tua bocca e nel tuo cuore. Questa è la parola della fede che noi predichiamo: se professerai con la tua bocca Gesù come Signore, e crederai nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Col cuore infatti si crede per la giustizia, con la bocca si professa per la salvezza.
Avanza, trionfa e regna per la verità, la mitezza e la giustizia; e ti guiderà mirabilmente la tua destra.
Evangelo
Dal Vangelo secondo Matteo (Matteo 8, 28-9, 1)
In quel tempo Gesù venne nel paese dei Ghergheseni e, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro due indemoniati così pericolosi che nessuno poteva più passare per quella via. Ed ecco, dicevano gridando: «Che c’è tra noi e te, Gesù, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?» A una certa distanza da loro c’era a pascolare un grande branco di porci e i demoni lo supplicarono dicendo: «Se ci cacci, mandaci in quel branco di porci!» Egli disse loro: «Andate!» Ed essi uscirono e andarono nel branco dei porci: ed ecco tutto il branco dei porci si precipitò dal dirupo nel mare e morirono nelle acque. Allora i mandriani fuggirono, andarono in città e annunciarono ogni cosa e il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, avendolo visto, lo supplicarono che andasse via dai loro confini. Salito sulla barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città.
«Che c’è tra noi e te?»
Commento alla pericope evangelica della quinta Domenica di Matteo. (Matteo 8, 28-9, 1)
Dal Commento al Vangelo secondo Matteo del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria
28. In quel tempo Gesù venne nel paese dei Ghergheseni e, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro due indemoniati così pericolosi che nessuno poteva più passare per quella via. Mentre gli uomini nella barca si stavano ancora chiedendo che tipo di uomo fosse costui al quale persino i venti e il mare obbedivano, i demoni vennero a proclamare la risposta. Giacché Marco e Luca parlano di un uomo che era posseduto da una legione di demoni (Mc 5, 9, Lc. 8, 27), puoi comprendere che quest’unico uomo era uno dei due menzionati da Matteo, evidentemente, il più famoso di il due. Gesù venne da solo verso di loro, poiché nessuno osava portarli a lui, tanto erano feroci. Dimoravano tra le tombe perché i demoni desiderano ispirare la credenza che le anime di coloro che sono morti diventino esse stesse demoni. Nessuno creda questo: perché quando l’anima si allontana dall’uomo, non va errando per la terra. Poiché le anime dei giusti sono nelle mani di Dio (Sap 3, 1), e anche le anime dei peccatori sono portate via, come fu dell’anima del ricco di Lazzaro.
29. Ed ecco, dicevano gridando: «Che c’è tra noi e te, Gesù, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?» Ecco, lo proclamano Figlio di Dio, ma prima dichiarano la loro inimicizia. I demoni considerano tormento impedire di nuocere agli uomini. Intendi le parole dei demoni: prima del tempo, per significare che pensavano che Cristo, non sopportando la loro grande malvagità, non avrebbe aspettato il tempo della loro punizione. Ma non è così; ai demoni è permesso di contendere con noi fino alla fine del mondo.
30-31. A una certa da loro c’era a pascolare un grande branco di porci e i demoni lo supplicarono dicendo: «Se ci cacci, mandaci in quel branco di porci!» Egli disse loro: «Andate!» Ed essi uscirono e andarono nel branco dei porci. I demoni lo chiesero per poter annegare i maiali, e così i proprietari sarebbero stati addolorati e non avrebbero accolto Cristo. Cristo concesse ai demoni la loro richiesta per mostrare quanto è grande la loro amarezza verso gli uomini, e che, se essi ne avessero il potere e non fossero impediti come sono da Dio, farebbero a noi cose ben peggiori di quelle fatte ai porci. Perché Dio protegge coloro che sono posseduti dai demoni in modo che non si tolgano la vita.
32-34. Ed ecco tutto il branco dei porci si precipitò dal dirupo nel mare ed essi morirono nelle acque. Allora i mandriani fuggirono, andarono in città e annunciarono ogni cosa e il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, avendolo visto, lo supplicarono che andasse via dai loro confini. Gli abitanti della città pregarono Gesù di andarsene perché erano addolorati e pensavano che in seguito avrebbero sofferto qualcosa di peggio. Tu, o lettore, impara che dove c’è la vita dei porci, non è Cristo che abita lì, ma i demoni.
1-2. Salito sulla barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli condussero un paralitico, disteso su un letto. “La sua città” significa Cafarnao, perché era lì che abitava. Nacque a Betlemme, crebbe a Nazaret e visse a lungo a Cafarnao.