14 / 27 Agosto 2023
Dodicesima Domenica dopo Pentecoste – Dodicesima di Matteo
Vigilia della Dormizione
Tono terzo
15/ 28 Agosto 2023
Dormizione della Tuttasanta
Versione a stampa in pdf: 021-22 paroledivita
In questo numero:
– Letture liturgiche
– Il giovane ricco. Dal Commento del Beato Teofilatto al Vangelo secondo Matteo
– Letture liturgiche per la Dormizione
Si rallegrino le regioni celesti, esultino quelle terrestri, perché il Signore ha operato potenza con il suo braccio: con la morte ha calpestato la morte, è divenuto primogenito dai morti, dal ventre dell’ade ci ha strappati, e ha elargito al mondo la grande misericordia.
(Apolytikion del terzo tono)
LETTURE LITURGICHE
(Domenica 14/27 Agosto 2023)
AL MATTUTINO
Evangelo aurorale primo (Matteo 28, 16-20)
ALLA LITURGIA
Apostolo:
Lettura della prima epistola di Paolo ai Corinti (1Cor 15, 1-11)
Fratelli, vi richiamo il vangelo che vi ho annunziato e che avete ricevuto, nel quale perseverate, e dal quale ricevete la salvezza, se lo mantenete come ve l’ho annunziato; altrimenti avreste creduto invano. Vi ho dunque trasmesso, anzitutto, quello che ho ricevuto: Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto e fu risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e apparve a Cefa e poi ai dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni riposano. Poi apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti sono il minimo degli apostoli, neanche degno di venir chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio sono quel che sono, e la sua grazia in me non fu vana; anzi, ho faticato più di tutti loro, non io invero, ma la grazia di Dio con me. Sia io sia loro, dunque, così predichiamo e così avete creduto.
Evangelo
Dal Vangelo secondo Matteo (Matteo 19, 16-26)
In quel tempo un giovane si avvicinò a Gesù e gli disse: «Maestro, che farò di buono per avere la vita eterna?» Egli disse a lui: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono, cioè Dio. Se vuoi entrare nella vita eterna, osserva i comandamenti». Gli dice: «Quali?» Allora Gesù disse: «Non uccidere; non commettere adulterio; non rubare; non testimoniare il falso; onora il padre e la madre. Ama il prossimo tuo come te stesso». Gli dice il giovane: «Tutto questo lo ho osservato dalla mia giovinezza; cosa manca ancora?» Gesù gli disse: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi i tuoi beni e dalli ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi». Il giovane, avendo udito la parola se ne andò rattristato perché aveva molti beni. Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità vi dico che un ricco difficilmente entrerà nel regno dei cieli. Vi dico ancora: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, piuttosto che un ricco entri nel regno di Dio.» All’udir ciò i discepoli erano molto stupiti e dicevano: «Chi dunque può essere salvo?» Fissando su di loro lo sguardo, Gesù disse loro: «Questo è impossibile presso gli uomini, invece tutto è possibile presso Dio.»
Il giovane ricco
Commento alla pericope evangelica della dodicesima Domenica di Matteo. (Matteo 19, 16-26)
Dal Commento al Vangelo secondo Matteo del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria
16. In quel tempo un giovane si avvicinò a Gesù e gli disse: «Maestro, che farò di buono per avere la vita eterna?» Egli disse a lui: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono, cioè Dio». L’uomo non è venuto per mettere alla prova Cristo, ma con il desiderio di imparare e con sete di vita eterna. Si è avvicinato a Cristo come se Cristo fosse soltanto un uomo. Per questo il Signore dice: Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono, cioè Dio. Ciò significa: “Se mi chiami buono pensando che io sia uno dei maestri, parli male, perché nessun uomo è essenzialmente buono; sia perché siamo mutevoli e facilmente distolti dal bene, sia perché, in confronto alla bontà di Dio, quella dell’uomo andrebbe considerata malvagità.”
17-19. «Se vuoi entrare nella vita eterna, osserva i comandamenti». Gli dice: «Quali?» Allora Gesù disse: «Non uccidere; non commettere adulterio; non rubare; non testimoniare il falso; onora il padre e la madre. Ama il prossimo tuo come te stesso» Il Signore indirizza l’interrogante ai comandamenti della legge, in modo che gli ebrei non potessero dire che Egli disprezzava la legge. Che accadde dopo?
20. Gli dice il giovane: «Tutto questo lo ho osservato dalla mia giovinezza; cosa manca ancora?» Alcuni lo accusano di vanteria e arroganza. Come avrebbe potuto raggiungere l’amore per il prossimo se fosse stato ricco? Infatti nessuno, che ami il prossimo come sé stesso, è più ricco del suo prossimo. Altri lo intendono così: “supponiamo, dice, che io abbia conservato tutte queste cose, cosa mi manca ancora?”
21-22. Gesù gli disse: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi i tuoi beni e dalli ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi». Il giovane, avendo udito la parola se ne andò rattristato perché aveva molti beni. Tutto ciò che dici di aver compiuto, dice, lo hai fatto adempiendo solo la lettera della legge, come fanno i Giudei. Ma se vuoi essere perfetto, cioè se vuoi essere mio discepolo e cristiano, allora va, vendi tutto quello che hai e dona tutto in una volta, non trattenendo nulla per fare continuamente l’elemosina. Non ha detto: “dai ripetutamente ai poveri”, ma dai una volta per tutte e spogliati delle tue ricchezze. Poiché ci sono alcuni che fanno l’elemosina ma conducono una vita piena di ogni sorta di sozzure, aggiunge, “poi vieni e seguimi”, cioè possiedi anche ogni altra virtù. Il giovane però ne fu addolorato perché, sebbene desiderasse la vita eterna e il terreno del suo cuore fosse profondo e fertile, le spine della ricchezza lo soffocavano. Perché dice che aveva molti beni. Chi ha pochi beni non ne è altrettanto frenato, perché il vincolo di molti beni è più tirannico. Poiché il Signore stava conversando con un uomo ricco, disse: “Ami la ricchezza? Sappi che avrai un tesoro in cielo”.
23-24. Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità vi dico che un ricco difficilmente entrerà nel regno dei cieli. Vi dico ancora: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, piuttosto che un ricco entri nel regno di Dio.» Finché un uomo è ricco e possiede in eccesso mentre gli altri non hanno nemmeno il necessario, non può in alcun modo entrare nel Regno dei cieli. Ma quando tutte le ricchezze sono state sparse, allora non è più ricco e quindi può entrare. Perché, che un ricco entri nel regno dei cieli, è impossibile così come è impossibile che un cammello passi per la cruna di un ago. Vedi come Cristo all’inizio disse che era difficile entrare, ma qui è del tutto impossibile. Alcuni dicono che il cammello non è l’animale, ma la spessa fune utilizzata dai marinai per gettare le ancore.
25-26. All’udir ciò i discepoli erano molto stupiti e dicevano: «Chi dunque può essere salvo?» Fissando su di loro lo sguardo, Gesù disse loro: «Questo è impossibile presso gli uomini, invece tutto è possibile presso Dio.» I discepoli, essendo compassionevoli, fecero questa domanda non per se stessi, poiché erano poveri, ma per tutti gli uomini. Il Signore quindi ci insegna a valutare la salvezza non dalla debolezza umana, ma dalla potenza di Dio. Se uno comincia a cessare l’avidità, avanzerà fino a ridurre il suo eccesso, e da lì procederà ad eliminare anche le sue necessità, e così prospererà lungo la strada per mezzo dell’azione di Dio in lui.
LETTURE LITURGICHE PER LA DORMIZIONE
AL MATTUTINO
dal Vangelo secondo Luca (Lc 1, 39-49. 56)
In quei giorni Maria si alzò e partì in fretta verso la montagna, in una città di Giuda. Entrò nella casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. E avvenne che appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino saltellò nel suo ventre; Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo ed esclamò con un grande grido, e disse: «Benedetta tu tra le donne e benedetto il frutto del tuo ventre. E da dove a me è dato che venga da me la Madre del mio Signore? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta alle mie orecchie, il bambino ha saltellato con esultanza nel mio ventre. Beata colei che ha creduto, perché sarà il compimento di ciò che le ha detto il Signore.» E Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e ha esultato il mio spirito in Dio mio salvatore, perché ha chinato lo sguardo sulla piccolezza della sua serva. Ed ecco d’ora innanzi mi diranno beata tutte le generazioni; perché il Potente mi ha fatto grandi cose, e santo è il suo nome». Maria rimase con lei circa tre mesi, quindi ritornò a casa sua.
ALLA LITURGIA
Apostolo:
Lettura dell’epistola di Paolo ai Filippesi (Filippesi 2, 5-11)
Fratelli, abbiate in voi lo stesso sentire che fu in Cristo Gesù il quale, essendo nella forma di Dio, non considerò come preda l’essere uguale a Dio ma svuotò se stesso prendendo forma di servo, divenuto simile agli uomini. Essendo stato trovato come uomo per il suo aspetto, abbassò se stesso essendo divenuto obbediente fino alla morte, e alla morte di croce. Per questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle realtà celesti, terrestri e infernali e ogni lingua riconosca che Gesù Cristo è Signore, a gloria di Dio Padre.
Evangelo
Dal Vangelo secondo secondo Luca (Luca 10, 38-42. 11, 27-28)
In quel tempo Gesù entrò in un villaggio e lo accolse una donna, di nome Marta, che aveva una sorella, chiamata Maria. Essa sedette ai piedi del Signore e ascoltava la sua parola, mentre Marta era occupata in molti servizi. Perciò venne a dire: “Signore, non t’importa che mia sorella mi lasci sola a servire? Dille dunque che mi venga in aiuto”. Allora il Signore rispose e le disse: “Marta, Marta! tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è necessaria. Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta”. Mentre parlava così, una donna alzò la voce dalla folla e disse: “Beato il ventre che ti ha portato e le mammelle che hai succhiato!” Ed egli disse: “Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono”.