10 / 23 Giugno 2024
Domenica di Pentecoste
Santo Ieromartire Timoteo di Prusa
San Giovanni di Tobolsk
Versione pdf: 062 paroledivita
In questo numero:
– Letture Liturgiche
– Catechesi sulla Pentecoste di San Teodoro Studita
Apolytikion della Pentecoste
Benedetto sei tu, Cristo Dio nostro: tu hai reso sapientissimi i pescatori, inviando loro lo Spirito santo, e per mezzo loro hai preso nella rete l’universo. Amico degli uomini, gloria a te.
Letture liturgiche
AL MATTUTINO
Evangelo secondo Giovanni (20, 19-23)
La sera di quello stesso giorno, il primo giorno della settimana, mentre le porte del luogo dove si trovavano i discepoli erano chiuse per paura dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!» Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli si rallegrarono vedendo il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». Detto questo, soffiò e dice loro: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimettete i peccati, saranno rimessi; a chi li ritenete, saranno ritenuti.»
ALLA LITURGIA
Apostolo:
Lettura degli Atti degli apostoli (Atti 2, 1-11)
Al compiersi del giorno della Pentecoste, tutti gli apostoli erano insieme nello stesso luogo. D’improvviso ci fu dal cielo un suono, come l’irrompere di un soffio violento, che riempì tutta la casa dove erano seduti, ed apparvero loro distinte lingue come di fuoco, e si posarono su ciascuno di loro. Tutti furono ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei, uomini devoti da tutte le nazioni che sono sotto il cielo. Al prodursi di quella voce, si radunò una gran folla, turbata perché ognuno li udiva parlare nella propria lingua. Fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono Galilei? Come mai ciascuno di noi li ode parlare nella propria lingua nativa? Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle regioni della Libia presso Cirene, Romani residenti, Giudei e proseliti, Cretesi e Arabi, li sentiamo parlare nelle nostre lingue delle grandezze di Dio.»
Evangelo
Dal Vangelo secondo Giovanni (Giovanni 7, 37-52. 8, 12)
Nell’ultimo giorno, quello grande della festa, Gesù stette in piedi ed esclamò: «Se qualcuno ha sete venga a me e beva chi crede in me; come ha detto la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno.» Questo egli disse dello Spirito che i credenti in lui stavano per ricevere: infatti non c’era ancora lo Spirito Santo, perché Gesù non era stato ancora glorificato. All’udire queste parole, alcuni fra la folla dicevano: «Questi è davvero il profeta!»; altri dicevano: «Questi è il Cristo!»; altri invece dicevano: «Ma il Cristo viene dalla Galilea? Non ha detto la Scrittura che il Cristo viene dal seme di David e da Betlemme, il villaggio dov’era David?» E ci fu dissenso tra la folla a causa di lui. Alcuni di loro volevano prenderlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto? Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!» Ma i farisei replicarono loro: «Anche voi siete stati ingannati? Gli ha creduto qualcuno fra i capi o fra i farisei? Ma questa folla che non conosce la Legge! Sono maledetti!» Nicodemo, uno di loro, che era andato da Gesù di notte, dice loro: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere cosa fa?» Risposero e gli dissero: «Sei anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea!» E Gesù parlava di nuovo, dicendo: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non cammina nella tenebra, ma avrà la luce della vita.»
Catechesi sulla Pentecoste
di San Teodoro Studita
Per la grazia dello Santo Spirito, ci è stato concesso di celebrare la Santa Pentecoste, la discesa del Santo Spirito. Gesù Cristo aveva detto di questa discesa: Tuttavia vi dico la verità: «È bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore, cioè il Santo Spirito; ma se me ne vado, ve lo manderò. Ma quando verrà lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera.» (Gv 16,7-13). Questa, la Sua promessa e il suo beneficio, è così grande che non possiamo nemmeno comprenderla: perché il Signore ha promesso di mandare non un angelo, non un uomo, ma lo stesso Santo Spirito.
Così, compiuta la volontà del Padre suo, il Figlio Unigenito ascende al cielo, e discende il Santo Spirito: non un altro Dio (mai non sia!), ma un altro Consolatore, come sta scritto. Oh, l’indicibile amore per l’umanità! Dio stesso è diventato nostro Consolatore. Così, Lui stesso consola coloro che sono oppressi dalla sventura, impedisce loro di esaurirsi nello spirito, come testimonia il Santo Apostolo, dicendo: «La nostra carne non ha avuto sollievo alcuno, ma da ogni parte siamo tribolati: battaglie all’esterno, timori all’interno. Ma Dio, che consola gli afflitti, ci ha consolati (2 Corinzi 7, 5–6). Egli conforta il cuore spaventato dalla paura demoniaca, elevandolo al coraggio invincibile attraverso l’audace speranza, come testimonia il profeta Davide: «Perché tu, o Signore, mi hai aiutato e consolato» (Sal 85, 17). Egli consola, incoraggia la mente turbata, poiché le è stato concesso un banchetto con Dio e un riposo, come testimonia l’Apostolo che dice: «per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio» (2 Cor. 5, 20); cioè avere pace con Dio.
Vedete l’imperscrutabile condiscendenza? Vedi il dono incomparabile? In alto, nei cieli, il Figlio unigenito intercede per noi davanti al Padre, come sta scritto: «Egli è alla destra di Dio, e intercede anche per noi (Rm 8, 34). In basso, sulla terra, il Santo Spirito ci conforta in molti modi.
«Che cosa renderò al Signore per tutto ciò che mi ha reso?» (Salmo 115, 4). Non è forse vero ciò che dice il salmo: «Tutte le mie ossa diranno: Signore, Signore, chi è simile a te? Tu liberi il misero dalle mani di coloro che sono più forti di lui, sì, il povero e l’indigente da coloro che lo spogliano» (Sal 34, 11). E ancora: «il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto il cielo e la terra» (Salmo 120, 2). «Se il Signore non mi avesse sollevato, la mia anima avrebbe quasi soggiornato negli inferi» (Sal. 93, 17). «Il Signore è il mio soccordo e non temerò ciò che l’uomo potrà farmi» (Sal. 117, 6).
Avendo un tale Consolatore, il Santo Spirito, Potenza invincibile, Difensore, Dio e combattente con noi, non avremo timore del nemico e non saremo spaventati dalle potenze avversarie, ma ci affretteremo coraggiosamente e con fermezza alla lotta e all’impresa, vivendoli giorno dopo giorno, senza lasciarsi ingannare dagli inganni del serpente e senza stancarci dei suoi incessanti attacchi. Il desiderio del peccato non è piacere e gioia, e una malattia pericolosa e temibile non è dolcezza, ma piuttosto delirio e malvagio oscuramento della mente. Lo sanno coloro che hanno domato l’ira della carne, ne hanno purificato la contaminazione e si sono attaccati con tutto il cuore all’unico Dio. Questo modo di vivere è il più piacevole e felice; poiché in esso, sebbene l’uomo sia nella carne nel mondo, dimora nello spirito nell’invisibile, riposando nello spirito attraverso il soffio pieno di grazia del Santo Spirito.
Perché lasciamo che l’amore del piacere ci vinca, ci avvilisca e con tali deviazioni faccia sì che noi, abbassati sulla terra, in carne ed ossa, siamo completamente alienati dal nostro Buon Dio? Fuggiamo, fratelli, da tutte le passioni. Fuggiamo l’amore del denaro, che è la radice di ogni male; fuggiamo ogni altra passione che schiavizza la nostra anima: ira, invidia, odio, vanità, ostinazione; perché la morte non ci trovi impreparati e ci allontani da Dio. L’alienazione da Dio è alienazione anche dal Regno dei Cieli. La condanna e il castigo ricadranno su coloro che non compiono opere gradite a Dio. Non c’è carne che possa sopportare questa condanna, perché il solo pensiero, prima ancora della consegna ai tormenti, è già un tormento.
Affinché possiamo sfuggire all’ira di Dio, che viene “sui figli della disobbedienza” (Ef. 5, 6), compiamo opere buone, affinché il Signore possa rallegrarsi delle sue opere (Sal. 103, 33).
Cominciamo instancabilmente a piacere a Dio, a purificarci e a rinnovare le nostre anime. Coraggio: «il Signore è vicino a tutti quelli che lo invocano, a tutti quelli che lo invocano in verità» (Sal 144, 19). Pentiamoci ogni giorno e Dio ci perdonerà i nostri peccati, ci consolerà e ci concederà la vita eterna, che possiamo ricevere in Cristo il Signore stesso; a Lui spetta la gloria e la sovranità, col Padre e il Santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.