Parole di Vita n. 25

25 Settembre / 8 Ottobre 2023
Diciottesima Domenica dopo Pentecoste – Prima Domenica di Luca

Santa Eufrosine di Alessandria
San Sergio di Radonez

Tono primo

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In questo numero:

Letture Liturgiche
La pesca miracolosa Dal Commento del Beato Teofilatto al Vangelo secondo Luca
Vita di Santa Eufrosine

 

Sigillata la pietra dai giudei, * mentre i soldati erano a guardia del tuo corpo immacolato, * sei risorto il terzo giorno, o Salvatore, * donando la vita al mondo. * Per questo le schiere celesti gridavano a te, * datore di vita: * Gloria alla tua resurrezione, o Cristo, * gloria la tuo Regno, * gloria alla tua economia, * o solo amico degli uomini.
(Apolytikion del primo tono)


LETTURE LITURGICHE

AL MATTUTINO
Evangelo aurorale settimo (Giovanni 20, 1-10)

ALLA LITURGIA

Apostolo
Lettura della seconda epistola di Paolo ai Corinti (2 Cor 9, 6-1)

Fratelli, chi semina scarsamente, mieterà scarsamente; chi semina con larghezza, raccoglierà con larghezza. Ciascuno dia come ha deciso col cuore, non con tristezza né per necessità: Dio ama il donatore ridente. E Dio può fare abbondare per voi ogni grazia, così che, avendo sempre il necessario in tutto, abbondiate in ogni opera buona, come sta scritto: Distribuì, diede ai poveri; la sua giustizia rimane per sempre. Colui che somministra la semente al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche a voi la semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia. Allora sarete ricchi per ogni generosità, e questa produce l’azione di grazie a Dio per mezzo nostro.

Evangelo
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5, 1-11)

In quel tempo Gesù stava presso il lago di Genesaret e vide due barche che erano presso il lago e i loro pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salito su una barca, che era di Simone, lo pregò di allontanarsi un po’ da terra. E seduto, ammaestrava le folle dalla barca. Quando poi terminò di parlare, disse a Simone: «Allontanati al largo e calate le vostre reti per la pesca». Simone rispose e disse: «Maestro, abbiamo faticato per l’intera notte e niente abbiamo preso; però sulla tua parola calerò le reti». Fecero così e rinchiusero una gran quantità di pesci e le loro reti si rompevano. Allora fecero segno ai compagni dell’altra barca ché venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono entrambi le barche a tal punto che esse affondavano. Vedendo questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù dicendo: «Allontanati da me, Signore, perché sono uomo peccatore!» Egli infatti e tutti quelli che erano con lui erano stupiti per la pesca dei pesci che avevano preso. Lo stesso anche Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano compagni di Simone. E Gesù disse a Simone: «Non temere: da questo momento prenderai vivi gli uomini». Portate le barche a terra, abbandonarono tutto e lo seguirono.

 

La pesca miracolosa
Commento alla pericope evangelica della prima Domenica di Luca. (Lc 5, 1-11)
Dal Commento al Vangelo secondo Luca del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

Il Signore fugge la gloria, che tanto più lo insegue. Poiché la folla gli premeva contro, egli salì nella barca, per insegnare dalla barca a quelli che stavano sulla riva, così che tutti sarebbero stati davanti a lui, anziché averne alcuni che gli venivano innanzi da dietro. E quando ebbe finito di insegnare al popolo, non lasciò senza compenso il proprietario della barca, ma gli concesse un duplice beneficio: gli diede abbondanza di pesci e lo fece suo discepolo. Meravigliatevi di quanto saggiamente il Signore dispone la nostra salvezza, attirando a sé ciascuno attraverso le cose che gli sono proprie e che gli sono familiari. Come aveva attratto i Magi con la stella, così ora attrae i pescatori con i pesci. Ecco la mitezza di Cristo, che non comanda, ma chiede che Pietro parta dalla terra. Ecco anche l’obbedienza di Pietro, che accoglie sulla sua barca un uomo che non conosceva, e gli obbedisce in tutto. Quando il Signore gli dice di prendere il largo, Pietro non si esaspera e non lo lascia, né risponde: «Ho faticato tutta la notte e non ho guadagnato nulla, e ora dovrei ubbidirti e rifare tutto da capo?» Pietro non ha detto nulla del genere, ma invece: “sulla tua parola getterò le reti”. Tale era il calore della sua fiducia ancor prima che avesse fede. E prese così tanti pesci che non riuscì a tirarli su, e fece cenno ai suoi compagni dell’altra barca. Li chiama con un segnale, perché il suo stupore per la cattura era così grande che non riusciva nemmeno a parlare. Spinto da grande riverenza verso Gesù, Pietro lo prega di non rimanere sulla barca e si definisce un peccatore che non è degno di stare con lui.

Potresti anche comprendere queste cose in senso spirituale. La barca è la sinagoga degli ebrei. Pietro rappresenta i maestri della legge. Infatti anche i dottori della legge lavorarono tutta la notte prima della venuta di Cristo (era infatti notte il tempo prima del soggiorno di Cristo sulla terra) e non guadagnarono nulla. Ma quando venne Cristo, e si fece giorno, ai dottori della legge subentrarono gli Apostoli, i quali, alla sua parola, cioè al suo comando, “calarono la rete” del Vangelo, nella quale avevano preso tanti uomini che gli Apostoli non potevano tirare la presa da soli. E così fanno cenno ai loro compagni e i compagni e insieme tirano la rete. Questi sono i pastori e i dottori della Chiesa di ogni generazione che insegnano e interpretano le parole degli Apostoli, operando con gli Apostoli per attrarre l’umanità. Considera anche le parole: «Calate la rete». La rete è il Vangelo: come la rete del pescatore, che è una cosa modesta e banale, il Vangelo è fatto di parole umili e quotidiane, che arrivano e condiscendono alla semplicità degli uomini. Per questo si dice che la rete è calata. Neanche sbaglierebbe chi dicesse che gettare le reti indica anche la profondità di significato del Vangelo. Perciò si sono adempiute anche le parole del profeta: «Ecco, io manderò molti pescatori, dice il Signore, ed essi li pescheranno; e poi manderò molti cacciatori, ed essi daranno loro la caccia» (Ger. 16, 16). I pescatori sono i santi apostoli e i cacciatori sono le guide e i dottori della Chiesa di ogni generazione.


Vita di Santa Eufrosine, monaca
Commemorata il 25 settembre

La monaca Eufrosine nacque agli inizi del V secolo nella città di Alessandria. Era figlia unica di genitori illustri e ricchi. Sua madre morì abbastanza presto ed Eufrosine fu cresciuta da suo padre, Pafnuzio, un cristiano pio e profondamente credente. Frequentava un monastero, il cui abate era la sua guida spirituale. Quando Eufrosine compì 18 anni, suo padre voleva che si sposasse. Si recò al monastero dalla sua guida spirituale per ricevere la benedizione per il matrimonio programmato di sua figlia. L’abate parlò con la figlia e le diede la sua benedizione, ma santa Eufrosine desiderava ardentemente la vita monastica. Dopo aver accettato in segreto la tonsura da un monaco errante, lasciò la casa paterna e decise di entrare in monastero per condurre la sua vita in solitudine e preghiera. Temeva però che in un monastero femminile suo padre la ritrovasse. Spacciandosi dunque per un eunuco di nome Smaragdo, si recò proprio nel cenobio che fin dall’infanzia aveva visitato con suo padre. I monaci non riconobbero Eufrosine vestita con abiti da uomo, e così la accettarono nel monastero. Qui in una cella solitaria, nelle opere, nel digiuno e nella preghiera, santa Eufrosine trascorse 38 anni e raggiunse un’elevata realizzazione spirituale. Suo padre era addolorato per la perdita della sua amata figlia e più di una volta, su consiglio dell’abate, conversò con il monaco Smaragdo, rivelando il suo dolore e ricevendo conforto spirituale. Prima della sua morte, la monaca Eufrosine rivelò il suo segreto al padre in lutto e chiese che nessuno tranne lui preparasse il suo corpo per la sepoltura. Dopo aver seppellito sua figlia, Pafnuzio distribuì tutte le sue ricchezze sia ai poveri che al monastero, e poi accettò il monachesimo. Per dieci anni, fino al giorno della sua morte, esercitò l’ascesi nella cella di sua figlia.

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