Parole di Vita n. 35

4/ 17 Dicembre 2023
Ventottesima Domenica dopo Pentecoste (Decima di Luca)
Santa Megalomartire Barbara
San Giovanni Damasceno
Tono terzo

Versione pdf: 035 paroledivita

In questo numero:

– Letture Liturgiche
– La donna con uno spirito di infermità Dal Commento del Beato Teofilatto al Vangelo secondo Luca

Si rallegrino le regioni celesti, esultino quelle terrestri, perché il Signore ha operato potenza con il suo braccio: con la morte ha calpestato la morte, è divenuto primogenito dai morti, dal ventre dell’ade ci ha strappati, e ha elargito al mondo la grande misericordia.
(Apolytikion del terzo tono)


LETTURE LITURGICHE

AL MATTUTINO
Evangelo aurorale sesto (Luca 24, 36-53)

ALLA LITURGIA

Apostolo
Lettura dell’epistola di Paolo ai Colossesi (1, 12-18)

Fratelli, ringraziamo il Padre, che ci ha fatti capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce. Egli ci ha strappati dal dominio delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del Figlio del suo amore, nel quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati. Egli è l’immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione; poiché in lui tutto è stato creato in cielo e sulla terra, gli esseri visibili e gli invisibili: Troni, Signorie, Principati, Potenze. Tutto è stato creato per mezzo di lui e in vista di lui; egli è prima di tutto e tutto per lui esiste. Egli è il capo del corpo della Chiesa; egli è il principio, primogenito dai morti, così da presiedere a tutto.

Evangelo
secondo Luca (13, 10-17)

In quel tempo Gesù stava insegnando in una sinagoga, ed era sabato. Ed ecco una donna che da diciotto anni aveva uno spirito d’infermità. Era curva e non poteva raddrizzarsi del tutto. Quando Gesù la vide, la chiamò e le disse: «Donna, sei slegata dalla tua infermità». Impose le mani su di lei e subito si raddrizzò e glorificava Dio. Intervenne allora il capo della sinagoga, adirato perché Gesù aveva curato di sabato, e disse alla folla: «Sono sei i giorni in cui si deve lavorare: venite dunque a farvi curare in quelli e non di sabato!» Il Signore gli rispose e disse: «Ipocriti! Ognuno di voi non scioglie forse di sabato il suo bue o l’asino dalla mangiatoia per portarli ad abbeverarsi? E costei, figlia di Abramo, che il Satana teneva legata da diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?» Quando diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre tutta la folla si rallegrava per tutte le cose gloriose da lui compiute.


La donna con uno spirito di infermità

Commento alla pericope evangelica della tredicesima Domenica di Luca. (Luca 13, 10-17)
Dal Commento al Vangelo secondo Luca del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

10-17. Egli stava insegnando in una sinagoga, ed era sabato. Ed ecco una donna che da diciotto anni aveva uno spirito d’infermità. Era curva e non poteva raddrizzarsi del tutto. Quando Gesù la vide, la chiamò e le disse: «Donna, sei slegata dalla tua infermità». Impose le mani su di lei e subito si raddrizzò e glorificava Dio. Intervenne allora il capo della sinagoga, adirato perché Gesù aveva curato di sabato, e disse alla folla: «Sono sei i giorni in cui si deve lavorare: venite dunque a farvi curare in quelli e non di sabato!» Il Signore gli rispose e disse: «Ipocriti! Ognuno di voi non scioglie forse di sabato il suo bue o l’asino dalla mangiatoia per portarli ad abbeverarsi? E costei, figlia di Abramo, che Satana teneva legata da diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?» Quando diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre tutta la folla si rallegrava per tutte le cose gloriose da lui compiute.
La donna soffriva di questa afflizione a causa dell’assalto demoniaco, come dice il Signore stesso: Questa donna, che Satana ha legato, ecco, durante questi diciotto anni. Forse Dio si era allontanato da lei a causa di alcuni peccati e di conseguenza Satana la stava punendo. Perché Satana è in parte la causa di tutte le difficoltà che affliggono i nostri corpi, quando Dio dall’alto glielo permette. Fin dall’inizio è stato Satana a provocare la nostra caduta per cui abbiamo perduto l’incorruttibilità nella quale eravamo stati creati. È stato Satana a farci legare a corpi malati e inclini alla sofferenza, simboleggiati dalle vesti di pelli morte in cui erano avvolti Adamo ed Eva (Gen 3, 22). Ma ora il Signore, con la voce maestosa della divinità, piena di potenza, scaccia l’infermità di questa donna. Le impone le mani affinché possiamo apprendere che la Sua santa carne ha trasmesso sia la potenza che l’energia del Verbo. Infatti la sua carne era proprio sua, e non quella di qualche altra persona umana accanto a lui, separata dalla sua ipostasi, come pensa l’empio Nestorio1. Tanto grande è la bontà del Signore, che in questo modo ha avuto misericordia della sua stessa creazione. Ma Satana, che per primo aveva legato questa donna, era irritato dalla sua liberazione perché desiderava che lei continuasse a soffrire, e così legò con disprezzo il capo della sinagoga, e per bocca di quest’uomo Satana deprecò il miracolo. È così che attacca sempre il bene. Perciò il Signore si serve del buon esempio degli animali irrazionali per rimproverare l’uomo che si era indignato perché una guarigione era avvenuta di sabato. E così non solo quest’uomo, ma anche tutti gli altri avversari di Gesù furono svergognati dalle parole di Cristo. Era infatti una follia impedire la guarigione di un uomo di sabato, col pretesto che il sabato fosse un giorno di riposo. Fu così che, anche se il popolo si rallegrava per le opere del Signore, i suoi avversari restavano svergognati dalle sue parole. Infatti questi avversari, invece di unirsi al giubilo che seguì alla Sua opera di guarigione, ardevano di rabbia per il fatto che Egli avesse operato la guarigione. Ma la folla, poiché traeva beneficio dai suoi segni, si rallegrava e si compiaceva di questa guarigione. È necessario comprendere che questi miracoli si riferiscono anche all’uomo interiore. L’anima è curva nell’infermità ogni volta che si inclina solo ai pensieri terreni e non immagina nulla di celeste e divino. Si può veramente dire che tale anima è inferma da diciotto anni. Infatti, quando un uomo è debole nell’osservare i comandamenti della legge divina, che sono dieci, ed è debole nella speranza dell’ottava età, l’età futura, si può dire che è stato curvo per diciotto anni. Non è proprio curvo quell’uomo che è attaccato alla terra, e che pecca sempre trascurando i comandamenti, e che non guarda il tempo che verrà? Ma il Signore guarisce quest’anima di sabato, nell’assemblea della sinagoga. Infatti, quando un uomo raccoglie dentro di sé pensieri di confessione (“Giuda” significa infatti “confessione”) e osserva il sabato, cioè si riposa dal fare il male, allora Gesù lo guarisce, non solo con la parola quando gli dice “Sei sciolto dalla tua infermità”, ma anche dalle opere. Infatti, quando ha imposto le sue mani su di noi, ha anche richiesto che accettassimo l’energia dalle sue mani divine per compiere in collaborazione con Lui le opere di virtù. Non dobbiamo dunque accontentarci solamente di ricevere quella guarigione che arriva attraverso la parola e l’insegnamento.

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