Parole di Vita n. 100

7 / 20 Luglio 2025
Sesta Domenica di Matteo
Sesta Domenica dopo Pentecoste
San Tommaso del Monte Maleone

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In questo numero:
– Letture Liturgiche
– «I tuoi peccati sono rimessi» di San Giovanni di Kronštadt

Apolytikion di questa Domenica
(tono quinto)
Cantiamo, fedeli, e adoriamo il Verbo coeterno al Padre ed allo Spirito, partorito dalla Vergine a nostra salvezza: perché nella carne ha voluto salire sulla croce, sottoporsi alla morte e risuscitare i morti con la sua risurrezione gloriosa.

Letture liturgiche

AL MATTUTINO
Evangelo aurorale sesto (Luca 24, 36-53)

ALLA LITURGIA

Apostolo:
Lettura dell’epistola di Paolo ai Romani (12, 6-14)

Fratelli, abbiamo carismi differenti secondo la grazia riversata su di noi: si tratti di profezia, secondo il rapporto che ha con la fede; del servizio, per quanto riguarda il servizio; del maestro per quanto concerne l’insegnamento; dell’esortatore per esortare. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede, presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia. L’amore sia senza ipocrisia. Aborrite il male, aderite al bene. Siate affettuosi nel vicendevole amore fraterno; vicendevolmente prevenitevi nella stima; non siate pigri nella sollecitudine ma ferventi nello spirito. Servite al Signore; siate lieti nella speranza, pazienti nella tribolazione, assidui nella preghiera. Siate partecipi delle necessità dei santi, praticate l’ospitalità. Benedite chi vi perseguita, benedite e non maledite.

Evangelo
Dal Vangelo secondo Matteo (Matteo 9, 1-8)

In quel tempo Gesù salì sulla barca, passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, veduta la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figliolo, i tuoi peccati sono rimessi». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia!» Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate malvagità nel vostro cuore? Infatti, cos’è più facile, dire: “Sono rimessi i tuoi peccati”, o dire: “Alzati e cammina”? Allora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati, alzati – disse allora al paralitico – prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. A quella vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che un tale potere aveva dato agli uomini.


«Figlio, ti sono perdonati i tuoi peccati»

di San Giovanni di Kronštadt

Omelia per la Sesta Domenica di Matteo
(Sesta Domenica di Pentecoste)

Oggi è stato letto il Vangelo di Matteo sulla guarigione, da parte del Signore, di un paralitico portato su un letto. Dice quanto segue: In quel tempo Gesù salì sulla barca, passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, veduta la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figliolo, i tuoi peccati sono rimessi». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia!» Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate malvagità nel vostro cuore? Infatti, cos’è più facile, dire: “Sono rimessi i tuoi peccati”, o dire: “Alzati e cammina”? Allora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati, alzati – disse allora al paralitico – prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. A quella vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che un tale potere aveva dato agli uomini. (Matteo 9,1-8). Qui termina il Vangelo. E nell’odierna lettura del Vangelo si parla della misericordia del nostro comune Salvatore verso un uomo sfortunato, e anche nel Vangelo di domenica scorsa si parlava della Sua misericordia. Allora si parlava della guarigione degli indemoniati, che soffrivano terribilmente a causa degli spiriti maligni, e ora si parla della guarigione del paralitico. Lì, la causa della miseria e della sventura erano i peccati, come si può vedere dall’insegnamento morale di Gesù Cristo al malato guarito alla piscina delle pecore: «Ecco, sei guarito. Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio» (Giovanni 5:14). E qui la causa dell’indebolimento delle membra del corpo e dell’anima stessa erano i peccati; poiché il Medico delle anime e dei corpi dice al malato: «Figliolo, i tuoi peccati sono rimessi ».

Tutto il Vangelo, amati fratelli e sorelle, è pieno della narrazione delle miracolose opere di misericordia del Signore Gesù Cristo verso persone in difficoltà e in errore. E ovunque si proclama che la causa principale di quasi ogni malattia, miseria o umana sventura sono i peccati: questo è il male più grande, la sventura del genere umano, questa terribile radice di ogni male e persino il male più grande: la morte temporale ed eterna. Ecco perché il Signore, guarendo il paralitico, guarisce prima l’anima malata di peccati, e poi il corpo. «Figliolo!» – dice al paralitico – «i tuoi peccati sono rimessi». E questo significa e ci insegna che nelle nostre malattie dobbiamo riconoscere umilmente e profondamente i nostri peccati e pentircene sinceramente e chiedere perdono al Signore, con l’intenzione di non peccare più in futuro. Perché la parte principale del nostro essere è l’anima, un essere a immagine di Dio, razionale, dotato di libero arbitrio, immortale, ma un essere decaduto, malato di peccato e corruzione, e redento dal peccato e dalla morte dalla morte del Figlio di Dio; è per lei, per la sua salvezza, che bisogna preoccuparsi con tutte le proprie forze, per piacere a Dio, per l’adempimento dei suoi santi e benedetti comandamenti, per la sua giustizia e santità. Perché le passioni della carne schiavizzano, contaminano, allontanano l’anima da Dio e alla fine conducono spesso alla distruzione temporale ed eterna. Guardate l’ubriacone: è eternamente paralizzato nell’anima e nel corpo, non c’è fede e timore di Dio in lui; non prega; tutti i valori morali in lui sono scossi; è pronto a ogni male: si arrabbia, impreca, litiga, si sporca; e niente gli va bene, ogni lavoro gli sfugge di mano. Guardate una persona a cui piace mangiare e bere molto: è anche lei paralizzata, e quindi pigra, goffa. Come il cibo e le bevande moderate rafforzano il corpo, così l’eccesso lo appesantisce e lo indebolisce. E una persona voluttuosa è, per così dire, la debolezza personificata; spesso muore viva, anima e corpo. Ecco come i peccati indeboliscono l’intero essere di una persona, e intere società e stati.

In questo modo, i peccati e le passioni sociali indeboliscono la Russia. Quali peccati hanno inondato la Russia? Incredulità, ubriachezza, imbrogli, menzogne e inganni, brama di guadagno, frequenti omicidi per passione o per amore carnale insoddisfatto, passione per il gioco d’azzardo, furto, corruzione, egoismo, che desidera solo sentirsi bene, ricco e allegro, mentre altri muoiono persino di fame. Sì, è impossibile non vedere in Russia un generale rilassamento dei costumi, e come conseguenza di tale rilassamento, aumentano le sofferenze sociali: fame, mancanza di denaro, impoverimento della popolazione, inclinazione e desiderio di spostarsi da un luogo all’altro, incendi dolosi e così via.

Cosa fare? Dirò con l’Apostolo: «Perciò rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia vacillanti e fate sentieri diritti per i vostri piedi, affinché il piede zoppo non si slogi, ma piuttosto guarisca» (Ebrei 12, 12-13). «Badate che nessuno venga meno alla grazia di Dio, perché non spunti fuori alcuna radice velenosa che vi dia molestia e affinché molti non ne siano contaminati» (Deuteronomio 29, 18; Ebrei 12, 15). Rafforziamo le nostre anime e i nostri cuori con la grazia di Dio, come insegna l’apostolo Paolo: «È bene che il cuore sia reso saldo dalla grazia, non da cibi che non hanno giovato a coloro che ne hanno fatto uso» (Ebrei 13, 9). Rafforziamo le nostre anime con la preghiera sincera, in casa e in pubblico, e in generale con l’incessante preghiera interiore, leggendo o ascoltando la parola di Dio o gli scritti dei santi Padri divinamente istruiti, leggendo o ascoltando diligentemente le vite dei Santi di Dio, affinché anche noi possiamo imitare la loro fede e la loro vita, le loro buone opere; anche con conversazioni spirituali, e soprattutto con la sincera confessione e la frequente comunione ai Santi Misteri.

E quindi, rafforziamoci con la grazia di Dio, finché c’è tempo e prima che i peccati ci indeboliscano completamente. Perché verrà presto il tempo, e forse sta già arrivando, in cui tutti si abbandoneranno al torpore e al sonno, tutti saranno moralmente indeboliti, quando la fede sarà impoverita, l’amore sarà esaurito e l’illegalità si riverserà sulla terra come un mare. Ma allora sarà troppo tardi per migliorare. Perché si udrà una voce: «Ecco lo sposo, andategli incontro» (Matteo 25, 6); la tromba dell’Arcangelo risuonerà, radunerà tutti i viventi e coloro che sono risorti dai morti nel luogo del comune Giudizio Universale, in cui sarà pronunciata la giusta sentenza finale alla vita eterna o al tormento eterno. Amen.

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