Parole di Vita n. 13

19 Giugno / 2 Luglio 2023 – Quarta Domenica dopo Pentecoste – Quarta di Matteo
San Giovanni di Shangai e san Francisco; Santo Apostolo Giuda

San Giovanni di Shangai e San Francisco

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In questo numero:
Letture Liturgiche
«Signore, non sono degno» Dal Commento del Beato Teofilatto al Vangelo secondo Matteo

Si rallegrino le regioni celesti, esultino quelle terrestri, perché il Signore ha operato potenza con il suo braccio: con la morte ha calpestato la morte, è divenuto primogenito dai morti, dal ventre dell’ade ci ha strappati, e ha elargito al mondo la grande misericordia.
(Apolytikion del terzo tono)


LETTURE LITURGICHE

AL MATTUTINO
Evangelo aurorale quarto (Luca 24, 1-12)

ALLA LITURGIA
Apostolo:
Lettura dell’epistola di Paolo ai Romani (Rm 6, 18- 23)

Fratelli, liberati dal peccato, siete stati fatti schiavi della giustizia. Parlo in termini umani a causa della debolezza della vostra carne. Come infatti avete portato le vostre membra a essere schiave di impurità e iniquità per l’iniquità, così ora offrite le vostre membra in servizio della giustizia per la santificazione. Quando eravate schiavi del peccato, eravate liberi in rapporto alla giustizia. Quale frutto avevate allora in quelle cose di cui ora arrossite? Il loro fine infatti è la morte. Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e il fine è la vita eterna. Il salario del peccato è la morte, mentre il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.

Evangelo
Dal Vangelo secondo Matteo (Matteo 8, 5-13)

In quel tempo Gesù entrò in Cafarnao e gli venne incontro un centurione che lo supplicava dicendo: «Signore, il mio servo giace in casa paralitico e terribilmente tormentato». Gesù gli risponde: «Io verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose dicendo: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io sono uomo sotto autorità, ma sotto di me ho soldati e dico a questo: Va’, ed egli va; e all’altro: Vieni, ed egli viene; e al mio servo: Fa’ questo, ed egli lo fa». All’udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a chi lo seguiva: «In verità vi dico che da nessuno in Israele ho trovato una tale fede. E vi dico che verranno molti da Oriente e da Occidente e si porranno a tavola con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nella tenebra esterna, ove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, e per te avvenga come hai creduto». In quell’ora il giovane guarì.


«Signore, non sono degno»
Commento alla pericope evangelica della quarta Domenica di Matteo. (Matteo 8, 5-13)
Dal Commento al Vangelo secondo Matteo del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

5-6. E quando Gesù entrò in Cafarnao e gli venne incontro un centurione che lo supplicava dicendo. Anche quest’uomo non si avvicinò a Gesù mentre era sul monte, per non interromperne l’insegnamento. Questi è lo stesso uomo menzionato da Luca (Lc. 7 1-10). Anche se Luca dice che il centurione mandò a Gesù altri che erano anziani, questo non contraddice Matteo che dice che il centurione stesso andò da Gesù. È del tutto probabile che prima ne mandò altri, e poi, quando la morte era imminente, venne lui stesso e disse:

6-7. «Signore, il mio servo giace in casa paralitico e terribilmente tormentato». Gesù gli risponde: «Io verrò e lo guarirò». Il centurione non condusse da Gesù il suo servo disteso sul letto, poiché credeva che Gesù potesse guarirlo anche da lontano. Quindi:

8-10. Ma il centurione rispose dicendo: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io sono uomo sotto autorità, ma sotto di me ho soldati e dico a questo: Va’, ed egli va; e all’altro: Vieni, ed egli viene; e al mio servo: Fa’ questo, ed egli lo fa». All’udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a chi lo seguiva: «In verità vi dico che da nessuno in Israele ho trovato una tale fede». Il centurione dice: «Se io, che sono il servo dell’imperatore, comando i soldati che sono sotto di me, quanto più puoi comandare la morte e le malattie, in modo che si allontanino dall’uno e assalgano l’altro?» Poiché le malattie del corpo sono i soldati e gli ufficiali di punizione di Dio. Cristo si meraviglia, quindi, dicendo: «Non ho trovato una fede così grande tra gli israeliti come in questo gentile».
[Altri hanno interpretato queste parole così: Quando Giacobbe, il celebre patriarca, vide la scala salire al cielo e gli angeli di Dio salire e scendere, comprese che Dio era presente in quel luogo, ma non che fosse presente ovunque. Così disse: Quanto è tremendo questo luogo! Questa non è altro che la casa di Dio. [Gen. 28, 16-17] Il Signore ora si meraviglia della fede grande e soprannaturale di questo pagano, dicendo: «Nemmeno in Israele», cioè in Giacobbe, «ho trovato una tale fede. Perché Giacobbe aveva compreso che potevo apparire in un luogo, ma quest’uomo capisce che sono ovunque in tutti i luoghi e che solo con la parola posso fare tutte le cose. Perché ha detto: “di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.”»

11-12. «E vi dico che verranno molti da Oriente e da Occidente e si porranno a tavola con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nella tenebra esterna, ove sarà pianto e stridore di denti». Gesù non ha detto apertamente: “Molti pagani siederanno a mensa con Abramo…” Ma lo ha detto in modo indiretto, per non scandalizzare i Giudei: Molti verranno da Oriente e da Occidente. Ha menzionato Abramo per dimostrare di non opporsi all’Antico Testamento. Dicendo oscurità esteriore, mostra che c’è anche un’oscurità interiore che è meno grave. Perché all’inferno ci sono vari gradi di punizione. Chiama gli ebrei i figli del regno, poiché a loro furono fatte le promesse dell’Antico Testamento. Sta dicendo: Israele è il mio figlio primogenito (Es. 4, 22).

13. E Gesù disse al centurione: «Va’, e per te avvenga come hai creduto». In quell’ora il giovane guarì. E quando il centurione tornò a casa sua, alla stessa ora, trovò il suo servo che stava bene. Guarendo il servo solo con la sua parola, Gesù mostrò di aver detto la verità anche quando disse che gli ebrei sarebbero stati scacciati dal regno.

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