Parole di Vita n. 17

17 / 30 Luglio 2023 – Ottava Domenica dopo Pentecoste – Ottava di Matteo
Commemorazione dei Padri dei primi sei Concili ecumenici.

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In questo numero:
Letture Liturgiche
Il miracolo dei cinque pani e dei due pesci. Dal Commento del Beato Teofilatto al Vangelo secondo Matteo

Con la tua croce hai distrutto la morte, hai aperto al ladrone il paradiso, hai mutato in gioia il lamento delle miròfore, e ai tuoi apostoli ha ordinato di annunciare che sei risorto, o Cristo Dio, per elargire al mondo la grande misericordia.
(Apolytikion del settimo tono)

LETTURE LITURGICHE

AL MATTUTINO
Evangelo aurorale ottavo (Giovanni 20, 11-18)

ALLA LITURGIA
Apostolo:

Lettura dell’epistola di Paolo a Tito (Tito 3, 8-15) – per i Santi Padri
Diletto figlio Tito, questa parola è degna di fede e io voglio che tu insista su tali cose, affinché quelli che hanno creduto in Dio si sforzino di eccellere nelle opere buone. Ciò è bello e utile agli uomini. Evita invece sciocche investigazioni, genealogie, risse e polemiche riguardo alla Legge, perché sono inutili e vane. Dopo un primo e un secondo ammonimento evita l’uomo eretico: ben sai che quello è pervertito e continuerà a peccare, condannandosi da sé. Quando ti avrò mandato Artema o Tìchico, affrettati a raggiungermi a Nicòpoli, perché lì ho deciso di passare l’inverno. Provvedi diligentemente a Zinà, il giurista, e ad Apollo: che non manchi loro nulla. Imparino anche i nostri a eccellere nel fare il bene per essere d’aiuto nelle necessità, affinché non rimangano infruttuosi. Ti salutano tutti coloro che sono con me, Saluta quelli che ci amano nella fede. La grazia sia con tutti voi. Amin.

Lettura dalla prima epistola di Paolo ai Corinti (1 Cor 1, 10-17) per la Domenica
Fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, vi esorto: dite tutti la stessa cosa. Non vi siano tra voi scismi, siate invece tesi alla perfezione dello stesso pensiero e della stessa sentenza. Mi si è fatto sapere infatti a riguardo vostro, fratelli miei, da quelli di Cloe, che vi sono tra voi contese. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: io però sono di Paolo, Io invece sono di Apollo, e io di Cefa, e io invece di Cristo. È stato diviso Cristo? Forse Paolo è stato crocifisso per voi? Siete stati battezzati nel nome di Paolo? Ringrazio Dio di non aver battezzato nessuno di voi – eccetto Crispo e Gaio – affinché nessuno possa dire che siete stati battezzati nel mio nome. Ho battezzato, è vero, anche la famiglia di Stefana, ma degli altri non so se abbia battezzato alcuno. Cristo non mi mandò per il battesimo, ma per evangelizzare, e non in sapienza di parole, perché non sia resa vana la croce di Cristo.

Evangelo

secondo Matteo (14, 14-22) Vangelo per l’ottava domenica di Matteo
In quel tempo Gesù vide una gran moltitudine, e fu mosso a compassione verso di loro, e sanò gli infermi tra loro. E, facendosi sera, i suoi discepoli gli si accostarono, dicendo: «il luogo è deserto, e l’ora è già passata; licenzia la folla, perché vadano per i villaggi e si comperino da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non hanno bisogno di andarsene; date loro voi da mangiare». Ed essi gli dissero: «Noi non abbiamo qui se non cinque pani, e due pesci». Ed egli disse: «Recatemeli qua». E comandò alla folla di sdraiarsi sull’erba; poi prese i cinque pani, e i due pesci; e levati gli occhi al cielo, fece la benedizione. E, spezzati i pani, li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. E tutti mangiarono, e furono saziati; poi i discepoli levarono l’avanzo dei pezzi, dodici cesti pieni. Coloro che avevano mangiato erano intorno a cinquemila uomini, oltre alle donne ed i fanciulli. Subito dopo, Gesù ordinò ai suoi discepoli a montare sulla barca, ed a passare innanzi a lui all’altra riva, mentre egli licenziava la folla

secondo Matteo (Mt 5, 14-19) (per i Padri)
Disse il Signore: «Voi siete la luce del mondo; una città posta su un monte non può restare nascosta. Nemmeno si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il vostro padre che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto ad abrogare la Legge; non sono venuto ad abrogare ma a compiere. In verità vi dico: finché non passi il cielo e la terra, uno iota solo o un apice solo non passeranno dalla Legge, prima che tutto accada. Chi dunque scioglierà uno solo di questi precetti, anche minimi, e così insegnerà agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno dei cieli; chi li osserverà e insegnerà, sarà chiamato grande nel regno dei cieli.»


Il miracolo dei cinque pani e dei due pesci
Commento alla pericope evangelica dell’ottava Domenica di Matteo. (Matteo 14, 14-22)
Dal Commento al Vangelo secondo Matteo del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

13-14. E quando il popolo lo ebbe saputo, lo seguì a piedi fuori dalle città. Gesù vide una gran moltitudine, e fu mosso a compassione verso di loro, e sanò gli infermi tra loro. La moltitudine mostra la propria fede correndo da Gesù proprio mentre egli se ne va, per cui riceve la guarigione come ricompensa della fede. Anche il fatto di seguirlo a piedi e senza alcuna provvista è segno di fede.

15-16. E, facendosi sera, i suoi discepoli gli si accostarono, dicendo: «il luogo è deserto, e l’ora è già passata; licenzia la folla, perché vadano per i villaggi e si comperino da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non hanno bisogno di andarsene; date loro voi da mangiare». I discepoli sono compassionevoli e preoccupati per la moltitudine, non volendo che rimangano senza cibo. Che cosa fa, allora, il Salvatore? Date loro da mangiare, dice, non perché ignorasse l’estrema povertà degli apostoli, tutt’altro, ma perché, quando essi dissero: «Non abbiamo», si capisse che Egli si accingeva ad operare miracoli per necessità e non per vanagloria.

17-19. Ed essi gli dissero: «Noi non abbiamo qui se non cinque pani, e due pesci». Ed egli disse: «Recatemeli qua». E comandò alla folla di sdraiarsi sull’erba; poi prese i cinque pani, e i due pesci; e levati gli occhi al cielo, fece la benedizione «Portami qui i pani. Anche se è sera, io che ho creato le ore sono qui. Anche se il luogo è deserto, sono io che do il cibo a ogni carne». Impariamo da questo a spendere nell’ospitalità anche il poco che abbiamo, così come gli apostoli diedero alle folle quel poco che avevano. Come quel poco è stato moltiplicato, così anche il tuo poco sarà moltiplicato. Egli invita la moltitudine a sedersi sull’erba, insegnando la frugalità, affinché anche tu, o lettore, non ti rilassi su costosi letti e divani. Alza gli occhi al cielo e benedice i pani, quasi a confermare che non è contrario a Dio ma che è venuto dal Padre e dal cielo, e anche per insegnarci a rendere grazie quando iniziamo un pasto, e solo allora a mangiare.

19-21. E, spezzati i pani, li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. E tutti mangiarono, e furono saziati; poi i discepoli levarono l’avanzo dei pezzi, dodici cesti pieni. Coloro che avevano mangiato erano intorno a cinquemila uomini, oltre alle donne ed i fanciulli. Dona i pani ai discepoli perché conservino sempre nella loro memoria il miracolo e non lo facciano svanire dalla loro mente, anche se in realtà l’hanno subito dimenticato. C’era del cibo avanzato per non pensare che Egli avesse compiuto il miracolo solo in apparenza. C’erano dodici ceste perché anche Giuda ne portasse una e così, ricordando il miracolo, non precipitasse nel tradimento. Ed Egli moltiplica sia i pani che i pesci per mostrare che Egli è il Creatore della terra e del mare, e il Datore di ciò che mangiamo ogni giorno che è moltiplicato da Lui. Fece il miracolo in un luogo deserto, perché nessuno pensasse che aveva comprato i pani in un paese vicino e li avesse distribuiti alla moltitudine, perché il luogo era deserto. Questa è la spiegazione del racconto letterale.

Ma nel suo senso spirituale, impara che quando Erode, che rappresenta la mente carnale e superficiale degli ebrei (poiché “Erode” significa “carnale” e “simile alla pelle”), tagliò la testa di Giovanni che era il capo e il primo dei profeti, si manifestò il fatto che Erode respingeva coloro che profetizzavano di Cristo. Allora Gesù si ritirò in un luogo deserto, presso le nazioni che erano desolate senza Dio, e guarì i malati nell’anima e poi li sfamò. Se non avesse perdonato i nostri peccati e non avesse guarito le nostre malattie con il battesimo, non avrebbe potuto nutrirci donandoci i misteri immacolati, perché nessuno partecipa alla santa comunione se prima non è stato battezzato. I cinquemila sono coloro che sono malati nei loro cinque sensi e che sono guariti dai cinque pani. Poiché i cinque sensi erano malati, ci sono tanti cataplasmi quante sono le ferite. I due pesci sono le parole dei pescatori. Il primo pesce è il Vangelo e l’altro le epistole. Alcuni hanno interpretato i cinque pani per significare il Pentateuco di Mosè: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. Dodici ceste furono sollevate e portate dagli apostoli; poiché tutto ciò che noi, la moltitudine, non siamo in grado di mangiare, cioè di capire, gli apostoli portarono e trattennero, cioè accettarono e capirono. “Senza contare donne e bambini”: ciò significa, allegoricamente, che un uomo, una donna o un bambino cristiano non deve in alcun modo essere infantile, femmineo o poco virile.

22. Subito dopo, Gesù ordinò ai suoi discepoli a montare sulla barca, ed a passare innanzi a lui all’altra riva, mentre egli licenziava la folla. Usando la parola “ordinò”, Matteo suggerisce quanto fossero inseparabili i discepoli da Gesù, perché volevano stare con Lui in ogni momento. Egli manda via le moltitudini, non volendo attirarle dietro a sé, per timore che sembri vantarsi del suo potere.

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