Parole di Vita n. 47

26 Febbraio / 10 Marzo 2024
Domenica di Carnevale
San Porfirio di Gaza

Versione pdf: 047 paroledivita

In questo numero:
– Letture Liturgiche
– Sulla nostra coscienza. un’omelia di San Giovanni di Kronstadt

Apolytikion della Domenica
(tono settimo)

Con la tua croce hai distrutto la morte, hai aperto al ladrone il paradiso, hai mutato in gioia il lamento delle miròfore, e ai tuoi apostoli ha ordinato di annunciare che sei risorto, o Cristo Dio, per elargire al mondo la grande misericordia.


Letture liturgiche

AL MATTUTINO

Evangelo aurorale settimo (Giovanni 20, 1-10)

ALLA LITURGIA

Apostolo
Lettura della prima epistola di Paolo ai Corinti (8, 8 – 9, 2)

Fratelli, non ci fa stare davanti a Dio un cibo: se non mangiamo, non ne abbiamo mancanza; se mangiamo, non ne abbiamo vantaggio. Badate però che questa vostra capacità non divenga, in qualche modo, motivo di caduta per i deboli. Se uno infatti vedesse te, che hai conoscenza, seduto a tavola in una adunanza idolatra, la coscienza di questo debole non sarà formata a mangiare le carni immolate agli idoli? Così per la tua conoscenza va in rovina il debole, il fratello per il quale Cristo è morto! Peccando così contro i fratelli e schiaffeggiando la loro coscienza debole, voi peccate contro Cristo. Per questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò più carne, per sempre, affinché non si scandalizzi il mio fratello! Non sono libero? Non sono apostolo? Non ho veduto Gesù, il nostro Signore? Non siete voi opera mia nel Signore? Se per altri non sono apostolo, almeno per voi lo sono; voi siete il sigillo del mio apostolato nel Signore.

Evangelo
secondo Matteo (25, 31-46)

Disse il Signore: «Quando poi verrà il Figlio dell’uomo nella sua maestà, e con lui tutti gli Angeli, allora siederà sopra il trono della sua maestà: E si raduneranno dinanzi a lui tutte le nazioni, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri: E metterà le pecore alla sua destra, e i capri alla sinistra. Allora il Re dirà a quelli, che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti dal Padre mio, prendete possesso del regno preparato per voi sin dalla fondazione del mondo. Poiché ebbi fame, e mi deste da mangiare; ebbi sete, e mi deste da bere; fui pellegrino, e mi ricettaste; nudo, e mi rivestiste; ammalato e mi visitaste; carcerato, e veniste da me.” Allora gli risponderanno i giusti: “Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato, e ti abbiamo dato da mangiare; assetato, e ti demmo da bere? Quando ti abbiamo veduto pellegrino, e ti abbiamo ricettato; nudo, e ti abbiamo rivestito? Ovvero, quando ti abbiamo veduto ammalato, o carcerato, e venimmo a visitarti?” E il re risponderà, e dirà loro: “In verità vi dico: Ogni volta che avete fatto qualche cosa per uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatta a me”. Allora dirà anche a coloro, che saranno alla sinistra: “Via da me, maledetti, al fuoco eterno, che fu preparato per il Diavolo, e suoi Angeli. Poiché ebbi fame, e non mi deste da mangiare; ebbi sete, e non mi deste da bere; ero pellegrino, e non mi ricettaste, nudo, e non mi rivestiste; ammalato, e carcerato, e non mi visitaste”. Allora gli risponderanno anche questi: “Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato, o assetato, o pellegrino, o nudo, o ammalato, o carcerato, e non ti abbiamo assistito?” Allora risponderà ad essi dicendo: “In verità vi dico: Ogni volta che non avete fatto questo per uno di questi piccoli, non lo avete fatto nemmeno a me. E andranno questi all’eterno supplizio, i giusti invece alla vita eterna.»


Sulla nostra coscienza

di San Giovanni di Kronstadt

Amati nel Signore, fratelli e sorelle miei! Oggi abbiamo letto nel Vangelo di Matteo le parole di nostro Signore Gesù Cristo riguardo alla Sua seconda, gloriosa e terribile venuta sulla terra; leggiamo di come Egli siederà sul trono della Sua gloria per giudicare il mondo, e di come tutte le nazioni saranno riunite davanti a Lui, tutti, quelli la cui vita è trascorsa, quelli che ora vivono e quelli che devono ancora nascere. Ed Egli li separerà gli uni dagli altri, come il pastore divide le sue pecore dai capri. E metterà le pecore alla sua destra, ma i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, ero nudo e mi avete vestito, ero malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a me». Allora i giusti gli risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? O quando ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a te?» E il re, rispondendo, dirà loro: «Vi dico in verità, in quanto avete fatto questo a uno di questi miei piccoli fratelli, lo avete fatto a me». Poi dirà anche a quelli alla sinistra: «Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.» Allora anch’essi gli risponderanno: dicendo: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo prestato aiuto?» Allora egli risponderà loro: «Vi dico in verità, in quanto non l’avete fatto a uno di questi più piccoli, non l’avete fatto a me.» E questi andranno al castigo eterno, ma i giusti alla vita eterna (Mt 25,32-46).

Così il Signore conclude le Sue parole sul giudizio finale, terribile, dell’umanità! Quanto dolci e gioiose suonano queste parole ai giusti e quanto amare e severe ed eternamente immutabili suonano ai peccatori dal cuore duro! Così i misericordiosi otterranno misericordia (Mt 5, 7). Coloro che hanno immagazzinato l’olio delle buone azioni potranno entrare nella camera nuziale, perché il giudizio è senza misericordia verso chi non ha usato misericordia (Gc 2,13). Ora, fratelli e sorelle, è utile domandarci e riflettere: da che parte staremo? A destra o a sinistra; con le pecore, o con le capre; con i beati o con i maledetti? Direte: chi può conoscere una cosa simile, se non il Signore, che salva i retti di cuore (Sal 7,10), e che possiede la bilancia della giustizia più veritiera? Solo al Signore appartiene la perfetta conoscenza riguardo ad ogni uomo, solo Lui sa chi di noi starà dalla parte destra, e chi starà dalla parte sinistra; Solo Lui sa quale persona giusta starà qui nella sua giustizia, e quale no, quale peccatore ritorna sinceramente e si pente, e da capro viene trasformato in pecora, e quale alla fine si indurisce nel peccato.

Ma a noi, fratelli, è dato almeno di conoscere qual è il nostro stato adesso: chi siamo, pecore o capri? La nostra coscienza, giudice incorruttibile e testimone dei nostri pensieri, parole e azioni, ci mostra se siamo pecore umili e gentili dell’ovile razionale, se siamo disposti a condividere i nostri beni con chi è nel bisogno, o se siamo orgogliosi, peccatori egoisti, malvagi, vendicativi e spietati, che, come capri, sono pieni del fetore delle nostre impurità. Questo lo possiamo sapere di noi stessi proprio qui ed ora, nel proseguimento della nostra vita terrena, e quindi possiamo giudicare da che parte potremmo stare al momento del terribile giudizio. Staremo cioè sul lato sinistro se rimaniamo peccatori impenitenti e non corretti, pieni del nostro orgoglio e della nostra malizia, con impurità peccaminose nei nostri cuori e nei nostri corpi; tuttavia possiamo sperare che, attraverso la fede, il pentimento e le buone azioni, potremmo stare dalla parte giusta; la scelta da che parte stare dipende da noi. Il tempo è stato donato a ciascuno di noi dal Salvatore misericordioso per rinsavire, pentirsi, correggersi, fare scorta di un eccesso di olio di misericordia e di ogni virtù, per non vergognarsi nel giudizio. Prendiamoci quindi cura di diventare agnelli di mitezza e dolcezza, amore e compassione, pazienza e longanimità, umiltà e obbedienza, temperanza e purezza, e fuggiamo tutti gli opposti di queste virtù. Poiché queste virtù ci procurano in questa vita le benedizioni del Padre Celeste, e nella vita futura ci stabiliscono dalla parte giusta.

Perciò, ripeto, spetta a noi diventare degni di stare dalla parte di destra nel terribile giudizio, e di fuggire dalla parte di sinistra; ascoltare la voce benedetta del Salvatore, che ci chiama nel Regno dei Cieli, e fuggire la voce terribile che ci getta nel fuoco eterno.

Scriviamo qui, per così dire, le nostre azioni, la giustificazione eterna o la condanna eterna per noi stessi al terribile giudizio; e così diciamo che il giudizio futuro è scritto per eseguire su di essi, si dice, il giudizio scritto (Sal 149,9). I libri della nostra coscienza ci giustificano o ci condannano, e non ci resta che ascoltare la sentenza giusta ed eterna del Giudice di tutti. Affrettiamoci, mediante il pentimento sincero e la carità, a cancellare dalla nostra coscienza tutti i nostri peccati, volontari e involontari, e a scrivere nella nostra coscienza ogni buona azione. Le loro opere li seguono (Ap 14, 13), dice la Scrittura. Amen.

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