Parole di Vita n. 59

20 Maggio / 2 Giugno 2024

Quinta Domenica di Pasqua
Domenica della Samaritana

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Apolytikion di questa Domenica
(tono quarto)

Appreso dall’angelo il radioso annuncio della risurrezione, e libere dalla sentenza data ai progenitori, le discepole del Signore dicevano fiere agli apostoli: È stata spogliata la morte, è risorto il Cristo Dio, per donare al mondo la grande misericordia.


Letture liturgiche

AL MATTUTINO
Evangelo aurorale settimo (Giovanni 20, 1-10)

ALLA LITURGIA
Apostolo:
Lettura degli Atti degli apostoli (Atti 11, 19-30)

In quel tempo gli apostoli che erano stati disseminati dalla persecuzione scoppiata al tempo di Stefano, erano arrivati fin nella Fenicia, a Cipro e ad Antiochia e non predicavano la parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni di loro, uomini di Cipro e di Cirene, giunti ad Antiochia, parlarono anche ai Greci, annunziando il Signore Gesù. E la mano del Signore era con loro e così un gran numero credette e ritornò al Signore. Il discorso su di loro giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, che diede mandato a Barnaba di passare da Antiochia. Quando questi giunse e vide quella grazia di Dio, si rallegrò ed esortò tutti a restare fedeli al Signore con animo fermo, poiché era uomo buono e pieno di Spirito Santo e di fede. Una folla numerosa aderì al Signore. Barnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo e dopo averlo trovato lo condusse ad Antiochia. Rimasero insieme un anno intero in quella Chiesa e istruirono molta gente. Ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono detti cristiani. In quei giorni alcuni profeti scesero ad Antiochia da Gerusalemme. E uno di loro, di nome Agabo, si alzò e nello Spirito significò che una grande carestia stava per esserci nel mondo intero. Ciò avvenne al tempo di Claudio. Allora i discepoli, ciascuno secondo ciò che possedeva, decisero di mandare aiuti ai fratelli abitanti nella Giudea; questo fecero, mandando agli anziani per mano di Barnaba e Saulo.

Evangelo
Dal Vangelo secondo Giovanni (Giovanni 4, 5-42)

In quel tempo giunse Gesù in una città della Samaria detta Sichar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: c’era là la sorgente di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del cammino, sedeva così sul pozzo: era circa l’ora sesta. Venne una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli infatti erano andati in città per comprare cibi. Ma la donna samaritana gli dise: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?» Giudei e Samaritani infatti non hanno rapporti. Gesù rispose e le disse: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: Dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, tu non hai un vaso per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest’acqua viva? Sei forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e da esso bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?» Rispose Gesù e le disse: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete, in eterno, e l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». Gli disse la donna: «Signore, dammi quest’acqua, perché non abbia più sete e non venga qui ad attingere acqua». Le disse Gesù: «Va’, chiama tuo marito e vieni qui». Rispose la donna e gli disse: «Non ho marito!» Le dice Gesù: «Hai detto bene: non ho marito; hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli dice la donna: «Signore, vedo che sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che il luogo in cui bisogna adorare è a Gerusalemme». Gesù le disse: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora, ed è adesso, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». Gli disse la donna: «So che verrà il Messia, detto Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le disse Gesù: Sono Io, che ti parlo». In questo momento arrivarono i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che cerchi?» oppure: «Perché parli con lei?» La donna intanto lasciò la giara, andò in città e disse agli uomini: «Venite e vedete l’uomo che mi ha detto tutto quel che ho fatto. Che sia forse il Cristo?» Uscirono allora dalla città e andarono da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbi, mangia!» Ma egli rispose loro: «Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Forse qualcuno forse gli ha portato da mangiare?» Disse loro Gesù: «Mio cibo è fare la volontà di chi mi ha inviato e compiere la sua opera. Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Alzate i vostri occhi e contemplate i campi che biondeggiano per la mietitura. Già il mietitore riceve salario e raccoglie il frutto per la vita eterna, affinché chi semina si rallegri insieme a chi miete. In questo è vero il detto: Uno è chi semina e altro è chi miete. Io vi ho inviato a mietere ciò che voi non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica». Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che attestava: «Mi ha detto tutto quel che ho fatto». E quando i Samaritani vennero da lui, lo pregarono di rimanere con loro ed egli rimase lì due giorni. Credettero molto di più per la sua parola e dicevano alla donna: «Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è il vero salvatore del mondo, il Cristo».

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