Parole di Vita n. 26

2/ 15 Ottobre 2023
Diciannovesima Domenica dopo Pentecoste – Seconda Domenica di Luca
Santi Cipriano e Giustina
Tono secondo

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In questo numero:

Letture Liturgiche
«Come volete che gli uomini facciano a voi» Dal Commento del Beato Teofilatto al Vangelo secondo Luca

Quando discendesti nella morte, o vita immortale, allora mettesti a morte l’ade con la folgore della tua divinità; e quando risuscitasti i morti dalle regioni sotterranee, tutte le schiere delle regioni celesti gridavano: O Cristo datore di vita, Dio nostro, gloria a te.
(Apolytikion del secondo tono)


LETTURE LITURGICHE

AL MATTUTINO
Evangelo aurorale ottavo (Giovanni 20, 11-18)

ALLA LITURGIA

Apostolo
Lettura della seconda epistola di Paolo ai Corinti (11, 31 – 12, 9) – per la Domenica

Fratelli, Dio, Padre del Signore Gesù – sia benedetto nei secoli – sa che non mentisco. A Damasco, il governatore del re Areta montava la guardia alla città di Damasco, volendomi catturare; ma da una finestra fui calato giù in una cesta, lungo il muro, e sfuggii dalle sue mani. Bisogna vantarsi, ma non mi giova; verrò allora alle visioni e alle rivelazioni del Signore. Conosco un uomo in Cristo che quattordici anni fa (non so se col corpo, non so se fuori del corpo: lo sa Dio) fu rapito fino al terzo cielo. E so che quell’uomo (non so se nel corpo o fuori del corpo: lo sa Dio) fu rapito in paradiso e udì parole ineffabili che un uomo non può dire. Di lui mi vanterò, di me invece non mi darò vanto, se non delle mie debolezze. Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato, perché direi la verità; ma evito di farlo, affinché nessuno mi giudichi di più di quello che vede o sente da me. E perché non insuperbisca per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata data una spina nella carne, un angelo di Satana che mi schiaffeggi, perché non insuperbisca. Tre volte ho pregato il Signore che si allontanasse da me. Mi rispose: “Ti basta la mia grazia; la mia potenza si completa nella debolezza”. Molto volentieri mi vanterò quindi ancor più delle mie debolezze, perché su di me si impianti la potenza di Cristo.

Lettura della prima epistola di Paolo a Timòteo (1, 12-17) – per i Santi

Diletto figlio Timòteo, rendo grazie a Cristo Gesù, Signore nostro, che mi rese forte, perché mi stimò degno di fiducia ponendo nel ministero me che prima ero bestemmiatore, persecutore e violento. Ma ottenni misericordia perché, non sapendo, avevo agito lontano dalla fede: così la grazia del Signore nostro sovrabbondò con la fede e l’amore che è in Cristo Gesù. Questa parola è sicura e degna d’ogni accoglienza: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali il primo sono io. Ma per questo mi è stata fatta misericordia, perché Cristo Gesù mostrasse in me, per primo, tutta la sua longanimità, a esempio di quelli che avrebbero creduto in lui per la vita eterna. Al re del secoli, incorruttibile, invisibile e unico sapiente, a Dio onore e gloria nei secoli dei secoli. Amin.

Evangelo
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6, 31-36) – per la Domenica

Disse il Signore: «Come volete che gli uomini facciano a voi, così fate loro. Se amate chi vi ama, che grazia è per voi? Infatti, anche i peccatori amano chi li ama. Infatti, se fate del bene a chi fa del bene a voi, che grazia è per voi? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro dai quali sperate di ricevere, che grazia è per voi? Anche i peccatori prestano ai peccatori per ricevere cose uguali. Piuttosto amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperare niente in contraccambio e la vostra ricompensa sarà grande; e sarete figli dell’Altissimo perché egli è buono sugli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi come è misericordioso il vostro Padre.»

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10, 9-16) – per i Santi

Disse il Signore: «Io sono la porta; chi entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare e uccidere e distruggere: Io sono venuto affinché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la sua vita per le sue pecore, ma il salariato che non è pastore, cui non appartengono le pecore, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde, perché è un salariato e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore e conosco le mie e le mie conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre e offro la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono in questo recinto. Anche quelle devo guidare: ascolteranno la mia voce e saranno un solo gregge, un solo pastore.»


«Come volete che gli uomini facciano a voi»
Commento alla pericope evangelica della seconda Domenica di Luca. (Lc 6, 31-36)
Dal Commento al Vangelo secondo Luca del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

27-36. Ma a voi che ascoltate io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono e pregate per coloro che vi trattano con disprezzo. E a colui che ti percuote su una guancia offri anche l’altra; e a chi ti toglie il mantello non proibire di toglierti anche la tunica. Dà a chiunque ti chiede; e a chi ti porta via i tuoi beni, non chiederli più. E come volete che gli uomini facciano a voi, così fate loro. Se amate chi vi ama, che grazia è per voi? Infatti, anche i peccatori amano chi li ama. Infatti, se fate del bene a chi fa del bene a voi, che grazia è per voi? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro dai quali sperate di ricevere, che grazia è per voi? Anche i peccatori prestano ai peccatori per ricevere cose uguali. Piuttosto amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperare niente in contraccambio e la vostra ricompensa sarà grande; e sarete figli dell’Altissimo perché egli è buono sugli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi come è misericordioso il vostro Padre.

Gli Apostoli stavano per essere mandati a predicare e li attendevano molti persecutori e cospiratori. Se gli Apostoli fossero stati timorosi e sgomenti di fronte alla persecuzione, forse avrebbero voluto proteggersi dai loro persecutori tacendo e astenendosi dall’insegnamento. Se ciò fosse accaduto, il sole radioso del Vangelo si sarebbe spento. In previsione di ciò, il Signore esorta gli Apostoli a non cedere a misure difensive contro i nemici, ma a sopportare coraggiosamente ogni cosa, anche le ingiurie e le trame omicide. Questo è ciò che Lui stesso ha fatto sulla Croce, dicendo: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno (Lc. 23, 34). Per dimostrare agli Apostoli che questo comandamento di amare i nemici è possibile osservarlo, Egli poi dice: “Ciò che vuoi che sia fatto a te, fallo anche agli altri; e sii per gli altri quella persona che vuoi che siano gli altri per te”. Se vuoi che i tuoi nemici siano duri, insensibili e arrabbiati nei tuoi confronti, allora sii lo stesso anche tu con loro. Ma se vuoi che siano gentili e compassionevoli verso di te e non ricordino i torti, non pensare che sia impossibile per te essere lo stesso verso di loro. Vedi questa legge naturale che è scritta nei nostri cuori? Per questo il Signore ha detto anche: “In quei giorni metterò sicuramente le mie leggi nella loro mente e le scriverò nei loro cuori” (Ger. 38, 33). Poi aggiunge un altro motivo convincente per osservare questo precetto: se amate coloro che vi amano, siete come i peccatori e i gentili; ma se ami coloro che ti fanno del male, sei come Dio, che è buono con gli ingrati e con i malvagi. Cosa desideri: essere come i peccatori o essere come Dio? Vedi l’insegnamento divino? Prima ti ha convinto mediante la legge naturale: quello che vuoi che sia fatto a te, fallo agli altri. Poi ti convince con il risultato e la ricompensa: promette che diventerai come Dio.

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