Parole di Vita n. 5

1 / 14 Maggio 2023 – Quinta Domenica di Pasqua
Domenica della Samaritana

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I Santi di questo giorno

Santo Profeta Geremia (650 a.C.). Santo Ieromartire Bata il Persiano (395) Santo Martire Filosofo, morto di spada. San Panareto, arcivescovo di Pafo a Cipro (1791). San Niceforo di Chio, monaco (1821). Santo Martire Saba (1821). San’Isidora, folle in Cristo. Nuovi martiri Eutimio, Ignazio (1814) e Acacio della Schiti del Precursore, sul Monte Athos (1815). San Romano di Raqqa (780) Santa Neomartire Maria di Merambelos a Creta (1826). Santo Ieromartire Macario, metropolita di Kiev (1497).

In questo numero:
Letture Liturgiche
Omelia sulla Domenica della Samaritana di San Filarete di New York

Appreso dall’angelo il radioso annuncio della risurrezione, e libere dalla sentenza data ai progenitori, le discepole del Signore dicevano fiere agli apostoli: È stata spogliata la morte, è risorto il Cristo Dio, per donare al mondo la grande misericordia.
(Apolytikion di questa Domenica)

LETTURE LITURGICHE

AL MATTUTINO
Evangelo aurorale settimo (Giovanni 20, 1-10)

ALLA LITURGIA
Apostolo:
Lettura degli Atti degli apostoli (Atti 11, 19-30)

In quel tempo gli apostoli che erano stati disseminati dalla persecuzione scoppiata al tempo di Stefano, erano arrivati fin nella Fenicia, a Cipro e ad Antiochia e non predicavano la parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni di loro, uomini di Cipro e di Cirene, giunti ad Antiochia, parlarono anche ai Greci, annunziando il Signore Gesù. E la mano del Signore era con loro e così un gran numero credette e ritornò al Signore. Il discorso su di loro giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, che diede mandato a Barnaba di passare da Antiochia. Quando questi giunse e vide quella grazia di Dio, si rallegrò ed esortò tutti a restare fedeli al Signore con animo fermo, poiché era uomo buono e pieno di Spirito Santo e di fede. Una folla numerosa aderì al Signore. Barnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo e dopo averlo trovato lo condusse ad Antiochia. Rimasero insieme un anno intero in quella Chiesa e istruirono molta gente. Ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono detti cristiani. In quei giorni alcuni profeti scesero ad Antiochia da Gerusalemme. E uno di loro, di nome Àgabo, si alzò e nello Spirito significò che una grande carestia stava per esserci nel mondo intero. Ciò avvenne al tempo di Claudio. Allora i discepoli, ciascuno secondo ciò che possedeva, decisero di mandare aiuti ai fratelli abitanti nella Giudea; questo fecero, mandando agli anziani per mano di Barnaba e Saulo.

Evangelo
Dal Vangelo secondo Giovanni (Giovanni 4, 5-42)

In quel tempo giunse Gesù in una città della Samaria detta Sichar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: c’era là la sorgente di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del cammino, sedeva così sul pozzo: era circa l’ora sesta. Venne una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli infatti erano andati in città per comprare cibi. Ma la donna samaritana gli dise: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?» Giudei e Samaritani infatti non hanno rapporti. Gesù rispose e le disse: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: Dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, tu non hai un vaso per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest’acqua viva? Sei forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e da esso bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?» Rispose Gesù e le disse: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete, in eterno, e l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». Gli disse la donna: «Signore, dammi quest’acqua, perché non abbia più sete e non venga qui ad attingere acqua». Le disse Gesù: «Va’, chiama tuo marito e vieni qui». Rispose la donna e gli disse: «Non ho marito!» Le dice Gesù: «Hai detto bene: non ho marito; hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli dice la donna: «Signore, vedo che sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che il luogo in cui bisogna adorare è a Gerusalemme». Gesù le disse: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora, ed è adesso, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». Gli disse la donna: «So che verrà il Messia, detto Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le disse Gesù: Sono Io, che ti parlo». In questo momento arrivarono i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che cerchi?» oppure: «Perché parli con lei?» La donna intanto lasciò la giara, andò in città e disse agli uomini: «Venite e vedete l’uomo che mi ha detto tutto quel che ho fatto. Che sia forse il Cristo?» Uscirono allora dalla città e andarono da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbi, mangia!» Ma egli rispose loro: «Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Forse qualcuno forse gli ha portato da mangiare?» Disse loro Gesù: «Mio cibo è fare la volontà di chi mi ha inviato e compiere la sua opera. Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Alzate i vostri occhi e contemplate i campi che biondeggiano per la mietitura. Già il mietitore riceve salario e raccoglie il frutto per la vita eterna, affinché chi semina si rallegri insieme a chi miete. In questo è vero il detto: Uno è chi semina e altro è chi miete. Io vi ho inviato a mietere ciò che voi non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica». Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che attestava: «Mi ha detto tutto quel che ho fatto». E quando i Samaritani vennero da lui, lo pregarono di rimanere con loro ed egli rimase lì due giorni. Credettero molto di più per la sua parola e dicevano alla donna: «Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è il vero salvatore del mondo, il Cristo».


OMELIA

Omelia sulla Domenica della Samaritana, di San Filarete di New York

La Chiesa chiama la domenica di domani [quella odierna per chi legge ndr] la “Domenica della Samaritana”, cioè della donna samaritana, perché nella Divina Liturgia la narrazione evangelica ci dice di come il nostro Signore Gesù Cristo parlò al pozzo di Giacobbe con una donna samaritana, volgendola alla luce [della verità] e verso una vita buona e pia. In questa commovente narrazione noi possiamo soprattutto vedere una lezione per noi su quanto dovremmo essere prudenti nel giudicare il nostro prossimo e per evitare ogni giudizio di condanna su di loro, ricordando ciò che il Vangelo ci dice.

Il Salvatore sedette, stanco del suo viaggio, presso il pozzo di Giacobbe. La samaritana venne ad attingere acqua e, quando il Signore le disse di dargli da bere [Gv 4, 7], ricevette una risposta fredda e distante: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna della Samaria?». [Gv 4, 9] Questo è sostanzialmente un rifiuto. Successivamente viene aggiunto: «…poiché i giudei non hanno rapporti con i samaritani». [Gv 4, 9].
Non è del tutto chiaro se queste parole siano della samaritana, o se l’evangelista le abbia scritte per dare una spiegazione al lettore. Ad ogni modo, nonostante quello che era quasi un rifiuto e la freddezza e la distanza di questa risposta, il Signore non interruppe la sua conversazione con lei. Già dopo le sue seguenti parole, vediamo come il tono di questa samaritana sia cambiato radicalmente. Le disse: «Se tu conoscessi il dono di Dio, e chi è che ti dice “dammi da bere”; tu stessa glielo avresti chiesto e lui ti avrebbe dato acqua viva.» [Gv 4, 10] Si è scoperto che, sebbene questa samaritana fosse una grande peccatrice, come si vede da ciò che segue, un cuore vivo batteva sotto la corteccia delle sue passioni. E questo cuore vivente sentiva che colui che prima le aveva parlato era Qualcuno, un uomo del tutto insolito. Immediatamente cambiò tono, dicendo: «Signore, non hai niente con cui attingere, e il pozzo è profondo: da dove poi hai quell’acqua viva?.» [Gv 4, 11] Il Signore dialoga ulteriormente con lei su quest’acqua viva e, alla fine, la sua saggia conversazione, piena di amore, la conduce finalmente a questa affermazione: «…so che verrà il Messia, che è detto il Cristo: quando verrà, dirà a noi ogni cosa.» [Gv 4, 25] Ovvero: ci spiegherà tutto, ci dirà tutto. E sente questa risposta: «Io, che ti parlo, sono Lui». [Gv 4, 26].

La samaritana rimase sbalordita, di questo non può esserci dubbio, perché qui non vediamo già nessuna risposta da parte sua. Probabilmente la sua “lingua le era rimasta in gola”, come si suol dire, poiché percepì la piena, giusta, santa e terribile verità di queste parole. Gettando immediatamente il suo secchio d’acqua, senza prestarvi più alcuna attenzione, si affrettò, probabilmente, a correre in città per dire a tutti gli abitanti della città che dovevano venire e constatare se quest’uomo non fosse il Cristo, che le aveva detto tutto di sé stessa, quando non avrebbe potuto saperlo.

Questa è la nostra lezione: Nostro Signore vide che questa donna aveva un cuore vivo sotto la corteccia del peccato. Ci sono persone che sembrano vivere in modo del tutto decoroso, ma sono morte nello spirito. Non era morta spiritualmente, nonostante tutta la sporcizia a cui si era abbassata. Lo vediamo dal modo in cui, non appena vide che Egli conosceva cose che non potevano essergli note nell’ordine della natura, lei gli pose immediatamente domande spirituali e disse: «Tu sei un profeta». [Gv 4, 19] Lei gli chiese immediatamente come si dovrebbe adorare correttamente Dio: come dicono i giudei o come dicono i samaritani? Ciò significa che la sua anima era viva in lei. Ciò significa che questo pensiero viveva in lei, così come la confusione e la ricerca: dov’è la corretta adorazione e venerazione di Dio? La saggezza con cui il Signore la guidò sempre di più nella sua conversazione, la portò infine a dire: «Il Messia ci dirà ogni cosa.» [Gv 4, 25]. E sentì la risposta.

Possa ognuno di noi imparare da questo per non condannare nessuno! Questa samaritana era stata una peccatrice, ma in seguito divenne giusta. E non solo giusta, perché la Chiesa la glorifica come la santa martire Fotinia la Samaritana, che soffrì per Cristo. Quindi ne consegue che non dovremmo mai condannare nessuno: non conosciamo affatto il mondo interiore di una persona.

Ricordiamo un altro sorprendente miracolo, quando il Signore attirò a sé un’altra anima persa attraverso l’amore e la saggezza: Zaccheo il pubblicano. Il Signore l’aveva appena visto, era appena entrato nella sua casa quando disse: questo giorno la salvezza è entrata in questa casa [Lc 19, 9]. Perché? Perché il Signore vide nell’anima di questo pubblicano, che aveva ceduto all’avidità senza legge, una scintilla luminosa. Il Signore accese saggiamente questa scintilla in una fiamma e Zaccheo divenne un uomo giusto. Possano questi esempi evangelici insegnarci a giudicare noi stessi, ma non gli altri. Perché non molto tempo fa abbiamo chiesto al Signore di concederci di vedere i nostri fallimenti e di non condannare i nostri fratelli. Il Vangelo ci mostra che non abbiamo alcun diritto di condannare, perché non sappiamo cosa c’è nell’anima di una persona. Amen.


Su Orthodoxia, un’altra omelia per questa Domenica
Gesù e la Samaritana di Sant’Agostino: https://www.orthodoxia.it/wp/agostino-samaritana/

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