Parole di Vita n. 7

12 / 25 Maggio 2023 – Ascensione del Signore

 

Versione pdf A5: 007 paroledivita

Versione pdf A4: 007 paroledivita-A4

In questo numero:
Letture Liturgiche
Omelia sull’Ascensione del Signore del p. Michail Pomazanskij

Sei asceso nella gloria, o Cristo Dio nostro, rallegrando i discepoli con la promessa del santo Spirito: essi rimasero confermati dalla tua benedizione, perché tu sei il Figlio di Dio, il Redentore del mondo.
(Apolytikion della Festa)


LETTURE LITURGICHE

AL MATTUTINO
Evangelo secondo Marco (16, 9-20)

Risuscitato, al mattino presto, nel primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria Maddalena dalla quale aveva cacciato sette demoni. Questa andò ad annunciarlo a quelli che erano stati con lui, mentre erano in lutto e piangevano. Ma essi, udito che era vivo e che lei lo aveva visto, non vollero credere. Dopo di ciò, sotto altro aspetto apparve a due di loro che erano in cammino, mentre andavano verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri, ma neanche a loro vollero credere. Infine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo a tutto il creato. Chi crederà e verrà battezzato, sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi segni accompagneranno i credenti: nel mio nome cacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno mortale, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi ne avranno bene». Dopo aver parlato con loro, il Signore fu assunto al cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi uscirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme e confermava la parola con i segni che la accompagnavano. Amen.

ALLA LITURGIA
Apostolo:
Lettura degli Atti degli apostoli (1, 1-12)

Il primo discorso l’abbiamo fatto, o Teofilo, su tutto ciò che Gesù cominciò a fare e insegnare fino al giorno in cui fu sollevato in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo. A essi si era mostrato vivo dopo la sua passione, con molte prove convincenti: per quaranta giorni era apparso loro parlando del regno di Dio. Seduti insieme a mensa, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di aspettare, disse, la promessa del Padre che avete udito da me: Giovanni immerse nell’acqua, ma voi fra non molti giorni sarete immersi nello Spirito Santo. Essi dunque si riunirono e lo interrogavano dicendo: «Signore, in questo tempo ristabilirai il regno per Israele?» Rispose loro: «Non è cosa vostra conoscere tempi o momenti che il Padre ha posto nel proprio potere. Ma riceverete la forza del Santo Spirito che sta per venire su voi, e sarete miei testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea e la Samaria e fino all’estremità della terra». Detto questo, mentre lo guardavano, fu levato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. E poiché essi guardavano fisso il cielo mentre egli se ne andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare fisso il cielo? Questo Gesù, che di tra voi è stato sollevato fino al cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo.» Allora tornarono a Gerusalemme dal monte chiamato Oliveto, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso di sabato.

Evangelo

secondo Luca (24, 36-53)
In quel tempo Gesù, risorto dai morti, stette in mezzo ai suoi discepoli e disse loro: «Pace a voi!» Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere uno spirito. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati? Perché nel vostro cuore salgono dubbi? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! toccatemi e vedete: uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che io ho.» E dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché erano ancora increduli per lo stupore e la gran gioia, disse loro: «Avete qui qualcosa da mangiare?» Essi allora gli diedero una porzione di pesce arrosto e parte d’un favo di miele; li prese e davanti a loro li mangiò. Poi disse loro: «Queste sono le mie parole che vi dicevo quando ancora ero con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei profeti e nei salmi.» Allora aprì la loro mente all’intelligenza delle Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo deve patire e risorgere dai morti il terzo giorno e nel suo nome sarà predicata a tutta la gente la conversione per la remissione dei peccati. Cominciando da Gerusalemme voi sarete testimoni di queste cose. Ed ecco, io mando su voi quello che il Padre mio ha promesso, ma voi restate nella città finché non sarete rivestiti dall’alto di potenza.» Poi li condusse fuori verso Betania; alzò le mani e li benedisse. Mentre li benediceva, egli si separò da loro ed fu portato in cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con gioia grande e stavano di continuo nel tempio, benedicendo Dio. Amen.


OMELIA

Omelia sull’Ascensione del Signore del p. Michail Pomazanskij

Difficile evitare il sentimento di tristezza ora che è giunta l’apodosi della Pasqua e non si canta più «Cristo è risorto». Però, nel giorno della festa dell’Ascensione del Signore, la Chiesa ci chiama alla gioia: proprio come una madre che cerca di suscitare un sorriso nel suo bambino ferito sorridendo.

Ma la chiamata della Chiesa è audace, forte e ferma. La Chiesa apparentemente ha conoscenza di qualcosa di nuovo che l’Ascensione ci ha portato. Gli Apostoli superarono rapidamente il loro senso di smarrimento e tornarono dal Monte degli Ulivi «con gioia grande» (Lc 24, 52). Cosa era accaduto per produrre tanta beatitudine, cosa aveva dissolto il loro dolore personale?

Gli scritti degli Apostoli ci rivelano i grandi benefici connessi con l’Ascensione di Cristo.
La prima verità: il Signore è asceso per intercedere per noi presso il Padre suo, per amore del suo sacrificio sulla croce. Egli è l’Agnello immolato per noi, in piedi davanti al Trono Divino, ed è lo stesso Sommo Sacerdote, l’Intercessore che ha fatto il Sacrificio. Infatti, se fosse sulla terra, non sarebbe veramente sacerdote,come ha chiarito l’apostolo Paolo, poiché il sacrificio sulla terra è solo un’immagine e un’ombra di quello celeste. Ma, come «Mediatore di un’alleanza migliore», Egli entrò nel «cielo stesso, per comparire ora alla presenza di Dio per noi» (Ebrei 8, 9). E il Padre, amando il Figlio, non solo ha accettato il suo sacrificio per il mondo intero, ma gli ha concesso il potere sul mondo e il giudizio del mondo. Il Figlio di Dio ha preso su di sé la nostra risposta. «Chi condannerà gli eletti di Dio? Dio li giustifica. Chi porterà la condanna? Cristo è morto, ma è risorto: è alla destra di Dio, intercede per noi». «Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?». Questa è la gioia iniziale dell’Ascensione.

Ma poi ci viene rivelata un’altra verità.

Con la sua Ascensione, il Signore ha unito il cielo e la terra e ha aperto le porte del cielo all’umanità. Il paradiso è divenuto accessibile all’uomo, è divenuto desiderabile, è divenuto proprietà dell’umanità. «Ecco, io vedo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo stare alla destra di Dio» (At 7, 56) esclamò il santo Protomartire Stefano. E l’apostolo Paolo disse, parlando di sé: «Ho conosciuto un uomo” rapito fino al terzo cielo “e che udì parole indicibili, che a un uomo non è lecito pronunciare.» Non ci sono confini, nessuna limitazione, l’ingresso è libero nel Regno dei Cieli.

Quando meditiamo su questo pensiero, esso cresce nella nostra coscienza e nei nostri cuori, trasformandosi in una nuova celebrazione. Il Signore regna. Egli chiama quelli che credono in Lui, li consola, ponendoli sui troni, facendone suoi coeredi, partecipi della sua gloria. «Dove sono io, sarete anche voi», «vado a prepararvi un posto», disse il Signore ai suoi Apostoli. «E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro», testimoniò al Padre suo. Il paradiso divenne la sala nuzialee dello Sposo e della Chiesa Celeste, Sua Sposa. Al posto della Gerusalemme terrena risplende una città celeste, «la Gerusalemme che è in alto è libera, lei che è la madre di tutti noi». E i credenti, mentre sono ancora sulla terra e sanno di essere membri della Chiesa terrena, elevano già i loro pensieri a questo Regno di Gloria. «Carissimi, ora siamo figli di Dio, e non sembra ancora ciò che saremo: ma sappiamo che, quando apparirà, saremo come lui; poiché lo vedremo così com’è» (1 Giovanni 3, 2). «Se soffriamo, con lui anche regneremo» (2 Timoteo 2, 12). «Sappiamo infatti che se la nostra casa terrena di questo tabernacolo fosse dissolta, abbiamo un edificio di Dio, una casa non fatta da mano d’uomo, eterna nei cieli» (2 Corinzi 5, 1). Così dice l’Apostolo «se non vacilliamo», «se rimaniamo fedeli», «ovvero vestiti, non saremo trovati nudi».

Ma il mondo non fu abbandonato con l’Ascensione di Cristo, non fu orfano? Il Signore stesso risponde a questo, consolando i suoi discepoli prima delle sue sofferenze: «poiché se non me ne vado, non verrà da voi il Consolatore; ma se me ne vado, ve lo manderò» (Giovanni 16, 7), cioè lo Spirito Consolatore. La dipartita corporea del Figlio di Dio è legata alla discesa sulla terra degli abbondanti doni dello Spirito Santo, di cui profetizzò Gioele, citato dall’apostolo Pietro nel giorno di Pentecoste: «negli ultimi giorni, dice Dio, io spanderò del mio Spirito su ogni carne: e i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, e i vostri giovani avranno visioni, e i vostri anziani sogneranno sogni: e sui miei servi e sui miei ancelle effonderò in quei giorni del mio Spirito; e profetizzeranno» (Atti 2, 17-18). La portatrice della grazia è la Chiesa terrena di Cristo. Con la sua discesa, lo Spirito Santo ha creato dalla Chiesa un paradiso terrestre, e gli eletti di questa terra fino alla morte li mostrerà come “angeli terreni”, facendo risplendere per il mondo i frutti dello Spirito: amore, gioia, pace , longanimità, beatitudine, misericordia, fede, mansuetudine, sobrietà; gli “angeli terreni” che sigillando la loro fede con il rifiuto del mondo e di tutto ciò che è in esso, attraverso il martirio e la confessione. La terra divenne così una parte del cielo, un ingresso al cielo.

Ma il male opera ancora sulla terra, combattendo contro Cristo e la sua Chiesa; il mistero dell’iniquità è all’opera, e giunge il tempo in cui sarà manifestato nel Figlio della Perdizione, l’Anticristo. Il mondo attende ancora la sua purificazione attraverso il fuoco e proprio l’ora in cui il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria per giudicare il mondo. Ecco perché nella festa dell’Ascensione ricordiamo la seconda venuta del Signore. «Perché state a fissare il cielo? Questo stesso Gesù, che è stato assunto di tra voi in cielo, verrà così come l’avete visto salire in cielo» (Atti 1, 11).

Non a caso con le parole che sono state lette «tornarono con gioia grande», la profonda saggezza della buona novella è espressa nella sua forma più breve. Gli scritti degli Apostoli sono pieni di questo significato.

Come non desiderare di partecipare alla gioia dell’Ascensione del Signore?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *