Parole di Vita n. 11

5 / 18 Giugno 2023 – Seconda Domenica dopo Pentecoste – Seconda Domenica di Matteo
Domenica di Tutti i Santi ortodossi glorificati in terra d’Italia; Santi padri Aghioriti.

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In questo numero:
Letture Liturgiche
«Seguitemi» Dal Commento del Beato Teofilatto al Vangelo secondo Matteo
Alcuni Santi ortodossi d’Italia

 

Sigillata la pietra dai giudei, * mentre i soldati erano a guardia del tuo corpo immacolato, * sei risorto il terzo giorno, o Salvatore, * donando la vita al mondo. * Per questo le schiere celesti gridavano a te, * datore di vita: * Gloria alla tua resurrezione, o Cristo, * gloria la tuo Regno, * gloria alla tua economia, * o solo amico degli uomini.
(Apolytikion del primo tono)


LETTURE LITURGICHE

AL MATTUTINO
Evangelo aurorale secondo (Marco 16 1-8)

ALLA LITURGIA
Apostolo:
Lettura dell’epistola di Paolo ai Romani (Rm 2, 10-16)

Fratelli, gloria e onore e pace a chiunque operi il bene, sia Giudeo in primo luogo che Greco: presso Dio, infatti, non c’è preferenza di persona. Quelli che senza la Legge hanno peccato, moriranno senza legge; quelli nella Legge che hanno peccato, saranno giudicati per mezzo della Legge. Giusti davanti a Dio non sono quelli che ascoltano la Legge: sarà giustificato chi opera la legge. Infatti, quando i gentili che non hanno la Legge fanno secondo natura le opere della Legge, essi che non hanno la Legge sono legge a sé stessi. Essi dimostrano che l’opera della Legge è scritta nei loro cuori, dato che la loro coscienza rende testimonianza e i loro ragionamenti si accusano o si difendono tra di loro nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini secondo il mio vangelo, per mezzo di Cristo Gesù.

Evangelo
Dal Vangelo secondo Matteo (Matteo 4, 18-23) – della Domenica

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, detto Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, infatti erano pescatori. E disse loro: «Seguitemi e vi farò pescatori di uomini.» Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che insieme con Zebedeo, loro padre, rassettavano le loro reti sulla barca. Li chiamò ed essi, lasciata la barca e il padre loro, subito lo seguirono. E Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e guarendo ogni malattia ed ogni infermità nel popolo.

Per i Santi (Matteo 4,25 – 5, 12)

E molte folle lo seguirono anche dalla Galilea, dalla Decapoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano. Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Aprì bocca, e li ammaestrava dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati gli affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati i pacificatori, poiché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati a causa di giustizia, perché loro è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.»


Commento alla pericope evangelica della seconda Domenica di Matteo.
Dal Commento al Vangelo secondo Matteo del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

Mt 4, 18-19. Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone detto Pietro e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, perché erano pescatori; e disse loro. Questi due erano stati discepoli di Giovanni, e mentre Giovanni era ancora in vita si erano avvicinati a Cristo. Ma quando videro Giovanni arrestato, tornarono di nuovo alla loro pesca, e così Cristo viene a pesca di loro, e dice:

19-20. Seguitemi e vi farò pescatori di uomini. E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Ecco uomini obbedienti, che lo seguirono subito. Da ciò è chiaro che questa è la seconda volta che li chiama. Poiché erano stati istruiti da Cristo in un’occasione precedente [vedi Gv. 1, 35-42], poi lo lasciarono e, quando lo videro di nuovo, subito lo seguirono.

21. E andando di là, vide altri due fratelli, Giacomo figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, su una barca con Zebedeo loro padre. È la più grande delle virtù prendersi cura del proprio padre nella sua vecchiaia, e che il padre sia sostenuto dalle giuste fatiche dei suoi figli. rammendando le loro reti. Erano poveri e non potendo comprare reti nuove, stavano ricucendo quelle vecchie.

22. E subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Sembra che Zebedeo non credesse e per questo lo lasciarono. Vedi quando diventa necessario lasciare il padre? Quando il padre diventa un impedimento alla virtù e al rispetto di Dio. Quando Giacomo e Giovanni videro i primi due seguire Cristo, giustamente anche loro seguirono il Cristo, imitando il loro buon esempio.

23. E Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando il vangelo del regno. Gesù entra nelle sinagoghe degli Ebrei per dimostrare che non si oppone alla legge. E sanando ogni malattia e ogni infermità nel popolo. Comincia dai miracoli, per dare credibilità a ciò che insegna. Per malattia si intende una malattia cronica e per infermità un disturbo fisico temporaneo.


Nel giorno odierno, seconda Domenica dopo Pentecoste, festeggiamo tutti i Santi della terra italiana:

Silvestro di Roma, Teoctista di Sicilia, Severino di Napoli, Aldo di Pavia, Senatore di Calabria, Tatiana di Roma, Efisio di Cagliari, Marcello di Roma, Prisca di Roma, Sebastiano di Roma, Xenia di Roma, Feliciano di Foligno, Felicita di Roma e i suoi sette figli, Geminiano di Modena, Perpetua di Roma, Agata di Catania, Riccardo di Lucca, Marcello e Pancrazio di Sicilia, Scolastica di Norcia, Benigno e Valentino dell’Umbria, Archelao di Oristano, Modesto di Avellino, Valentino di Terni, Luca di Messina, Faustino e Giovita di Brescia, Leone il Grande di Roma, Leone di Catania, Leoluca di Vibo Valentia, Gregorio il Dialogo di Roma, Nicodemo di Reggio Calabria, Benedetto di Norcia, Alessio di Roma, Crisanto e Daria di Roma, Giacomo e Cirillo di Catania, Nicone di Taormina, Severo di Catania, Stefano di Rossano, Secondo di Asti, Giuseppe l’Innografo di Siracusa, Filarete di Palermo, Zeno di Verona, Martino di Roma, Daniele di Taormina, Gennaro, Festo, Desiderio, Sosso, Procolo, Eutichete e Acuzio di Benevento, Cleto e Marcellino di Roma, Liberale di Treviso, Mercuriale di Forlì, Erasmo di Formia, Ciriaco di Ancona, Vittore di Varese, Giustino di Chieti, Gherasimo di Reggio Calabria, Vito, Crescenzia e Modesto di Lucania, Teodosio di Siracusa, Arsenio di Reggio Calabria, Giulia di Livorno, Simeone di Siracusa, Severino, Severiano e Concordio di Spoleto, Tecla e Susanna di Salerno, Cassiano di Lodi, Massimo e Vittorino dell’Aquila, Ceccardo di Luni, Silvero e Ormisda di Frosinone, Leucio di Brindisi, Giulio e Giuliano di Novara, Agrippina di Roma, Massimo di Torino, Prospero di Reggio Emilia, Vigilio di Trento, Severo di Foggia, Cosma e Damiano di Roma, Potito di Napoli, Lucia e altri di Roma, Pancrazio di Taormina, Patemiano delle Marche, Paolino di Lucca, Ermagora e Fortunato di Gorizia, Rosalia di Sicilia, Vitaliano di Capua, Apollinare e Vitale di Ravenna, Giovanni e Faustino di Calabria, Parasceve di Roma, Eusebio di Vercelli, Emidio di Ascoli Piceno, Donato di Arezzo, Fermo e Rustico di Verona, Stefano, Sisto, Felicissimo e Agapito di Roma, Euplio di Catania, Elia di Calabria, Bartolomeo di Calabria, Cetteo di Pescara, Oronzo, Giusto e Fortunato di Lecce, Alessandro di Bergamo, Liberio di Roma, Fantino di Calabria, Abbondio di Como, Elpidio del Piceno, Grato di Aosta, Autonomo di Calabria, Venerio di La Spezia, Eustazio di Matera, Nilo di Rossano, Petronio di Bologna, Ambrogio di Stilo, Nazario, Protasio, Gervasio e Celso di Milano, Sabino di Catania, Gabino, Proto e Ianuario di Sassari, Gaudenzio di Brescia, Anastasia di Roma, Giusto di Trieste, Leonardo di Campobasso, Baudolino di Alessandria, Bartolomeo di Rossano, Solutore, Avventore e Ottavio di Torino, Colombano di Bobbio, Gregorio di Agrigento, Bellino di Rovigo, Teodora e Giorgio di Rossano, Eligio di Siena, Cromazio di Aquileia, Bibiana di Roma, Ambrogio di Milano, Antusa di Roma, Sirio di Pavia, Lucia di Siracusa, Lorenzo di Sicilia, Melania di Roma, e di tutti e tutte coloro che sono noti a Dio.

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